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Marocchine uccise dalla mietitrebbia, trovati gli “amici” fuggiti: toh, sono 2 connazionali

by Cristina Gauri
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Milano 8 lug — C’è una svolta nelle indagini sulla morte di Hanan Nekhla e Sara El Jaafari, le due cittadine marocchine di 31 e 28 anni falciate da una mietritrebbia in un campo tra Locate Triulzi e Sesto Ulteriano, vicino alla tangenziale est di Milano.

Identificati gli amici delle due marocchine travolte dalla mietitrebbia

Le autorità sono riuscite a identificare i due «amici» che stavano bivaccando nel campo assieme alle due ragazze fino al momento dell’incidente. Si tratta di due connazionali delle giovani, di 21 e 35 anni, che le avrebbero abbandonate — una morta e l’altra agonizzante — fuggendo nella notte. Nella serata di ieri i militari dell’Arma hanno rintracciato il più anziano dei due. Lo straniero è stato accompagnato presso la Procura di Lodi per essere ascoltato dal P.M., dottoressa Aragno.

Un festino a base di droga

Le due marocchine, senza fissa dimora e con problemi di dipendenza da droghe pesante, si trovavano a bivaccare in mezzo al campo con i due connazionali: fino a pochi attimi prima dell’impatto con la mietitrebbia sarebbe stato in corso un festino a base di alcol e droga, come testimoniato dai vari residui di carta stagnola — utilizzati per fumare eroina e cocaina — ritrovati dagli agenti durante il sopralluogo. I due accompagnatori avrebbero abbandonato il campo subito dopo l’incidente, lasciando però sul posto i cellulari. Una dimenticanza che ha consentito alle forze dell’ordine di rintracciare i due uomini.

Un’agonia di ore per Hanan

Dall’esame autoptico delle due marocchine investite dalla mietitrebbia è emerso che Sara è deceduta quasi sul colpo, mentre per Hanan l’impatto con la mietitrebbia è risultato nello schiacciamento delle gambe fino a parte del bacino. La morte della ragazza sarebbe quindi sopraggiunta lentamente, per dissanguamento, durante un’agonia durata ore. Stando a quanto riferito dal medico legale, le ferite a gambe e bacino di Hanan erano di una tale gravità che difficilmente avrebbe potuto essere salvata — anche se i soccorsi fossero stati tempestivi. 

La testimonianza della cugina

Meryem Sekka, cugina di una delle due ragazze, aveva riferito agli investigatori che i due cittadini marocchini erano andati a prendere le due ragazze alle 3 nella notte tra giovedì e venerdì a Lonate Pozzolo, nell’abitazione della mamma e della sorella di Hanan. «Perché quei due sono scappati? Forse non avevano i documenti o forse dovevano nascondere qualcosa», afferma. «Forse potevano aiutarle. Invece di lasciarle nel campo, potevano essere salvate», riferisce Meryem a Repubblica.

Cristina Gauri

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1 commento

antonella zarantoni 9 Luglio 2021 - 5:17

Cristina Gauri, ammesso che tu sia una persona dotata di capacità pensanti, mi spaventa pensare che ci siano persone come te in grado di provare disprezzo per tutto ciò che non sia nella propria sfera malata di interessi.

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