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Marocco, terremoto magnitudo 7.0 nella notte: più di 600 le vittime

by La Redazione
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Marocco

Questa notte il Marocco è stato svegliato da una forte scossa di terremoto di magnitudo 7.0 della scala Richter, colpendo maggiormente la regione di Marrakech, provocando più di 600 vittime e 322 feriti, di cui più di 50 in gravi condizioni. La città, uno dei più importanti centri economici e turistici situata al centro-sud del Paese, si trova ora in una situazione di gravissima difficoltà, con inoltre ingenti danni materiali. Il ministero dell’Interno marocchino ha comunicato il crollo di diversi edifici e la mancanza di elettricità e collegamento internet a lungo.

Epicentro del sisma nel centro del Marocco

La scossa è stata registrata dai sismografi esattamente verso le 23.11 di venerdì 8 settembre. L’epicentro è stato localizzato nel centro del Marocco, a circa 16km del villaggio di Tata N’Yaaqoub nella municipalità di Ighil, a poco più di 70km a sud-ovest di Marrakech. La scossa è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, TaroudantEssaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. I crolli maggiori, secondo il comunicato delle autorità marocchine, sono avvenuti principalmente nelle province e nei comuni di al-HaouzTaroudantChichaouaOuarzazate e Marrakech. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha escluso, per il momento, la presenza di cittadini italiani(circa 200 nel paese) tra i feriti.

Bilancio ancora aperto

Il bilancio del sisma è, purtroppo, ancora aperto, aggiornandosi a mano a mano che arrivano dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. La forte preoccupazione è la possibile condizione dei diversi villaggi e paesi che punteggiano l’Atlante, i quali sono molto poveri e con le case costruite con il caratteristico muro in paglia, fango e sassi. Nella città di Marrakech i crolli hanno interessato la medina, dove le parti più fragili delle mura storiche hanno subito dei danni, oltre alla distruzione di alcuni minareti e abitazioni.

Andrea Grieco

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