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Ponte Morandi, dalla tragedia alla beffa: una ferita che grida ancora vendetta

by Carlo Maria Persano
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Genova, 20 ago – Da almeno due anni prima del crollo, i manager dei Benetton e il ministero dei Lavori Pubblici si palleggiavano gli avvisi sulla pericolosità del ponte Morandi, ma nessuno interveniva e le aziende dei Benetton continuavano a generare utili da un miliardo all’anno.

Ponte Morandi, il contratto secretato

Al crollo del ponte tutti vanno alla ricerca del contratto di concessione stipulato dallo Stato con le aziende dei Benetton per vedere come sono regolate le responsabilità sulle manutenzioni e, solo allora, si scopre che si trattava di un contratto secretato della durata di 32 anni, redatto dal governo D’Alema-Mattarella. Per ovvi motivi il contratto fu reso (finalmente) pubblico e si scoprirono i motivi di tanto segreto: i meccanismi di guadagno, la durata enorme e la blindatura generale (quasi amichevole?) a favore delle aziende dei Benetton.

La mancata revoca del contratto

Il governo Conte e il governo Draghi non revocano la concessione alle aziende dei Benetton e tutti si domandano perché. Iniziano a circolare voci su una presunta penale da 20 miliardi in caso di revoca ma l’ipotesi assume subito i contorni dell’assurdo, ovvero se causi 43 morti per non aver effettuato le dovute manutenzioni e parimenti puoi tenerti la concessione, allora vuol dire che il contratto contiene delle clausole vessatorie che qualsiasi tribunale renderebbe nulle. Sicuramente ciò accadrebbe dopo aver provato la possibile negligenza dei manager dei Benetton.

Inoltre, indipendentemente dall’ipotesi delle clausole vessatorie, vari analisti economici calcolarono che il vero rischio per lo Stato sarebbe stato di 1,2 miliardi invece che 20, poiché i recuperi fiscali su un’eventuale penale, sommati ai debiti che le società dei Benetton si portavano dietro, avrebbero minimizzato il rischio in ogni caso. Anche perché lo Stato, da quel momento in avanti, avrebbe trattenuto per sé i generosi utili fino ad allora concessi alle aziende dei Benetton. Finalmente nel luglio 2022 il tribunale di Genova rinvia a giudizio 59 manager per il crollo colposo del ponte e adesso si potrà stabilire se c’è stata negligenza nelle manutenzioni.

Leggi anche: Il crollo del Ponte Morandi? È quello che succede se lo Stato lascia mano libera al mercato

Il governo Draghi tira fuori 9 miliardi senza aspettare la sentenza

Il governo Draghi, senza aspettare gli esiti della sentenza, paga 9 miliardi alle aziende dei Benetton per rientrare in possesso della sua concessione. Assurdo. Perché Draghi si è comportato così? Perché non ha aspettato la sentenza del tribunale di Genova prima di pagare? Il 14 agosto 2022, nell’anniversario del crollo, il sindaco di Genova legge le solite parole vuote di Draghi quando invece avrebbe dovuto spiegare perché è stata data quella montagna di soldi alle aziende dei Benetton.

La grigliata vip dei Benetton

A corollario degli avvenimenti, non si può dimenticare quanto accadde in casa Benetton nel giorno successivo al crollo del ponte. Ogni anno a Ferragosto, a Cortina, i Benetton organizzavano una grigliata dove invitavano tutti i vip loro amici e così fu anche il 15 agosto successivo al crollo del ponte, avvenuto alle 11,36 del 14 agosto 2018. Già si parlava dei primi 14 cadaveri e i Benetton non ritennero di dover disdire la loro festa di Ferragosto.

Carlo Maria Persano

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1 commento

bc 20 Agosto 2022 - 7:52

Quando lor signori vogliono (desiderare è un verbo a loro sconosciuto), i fatti sembrano mai accaduti, altrimenti la menano sino all’ impossibile.

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