Trento, 9 mar — Stop alle collaborazioni tra l’Università degli studi di Trento e studiosi legati alle istituzioni russe: lo ha fatto sapere stamattina il rettore stesso, pubblicando una comunicazione sul sito dell’Ateneo. Continuano, dunque, le purghe geopoliticamente corrette nei confronti di esponenti della cultura e dello spettacolo russi sul territorio italiano (ma l’andazzo è globale). Il nostro Paese seguita, per pura fobia ideologica, a tirarsi la zappa sui piedi rinunciando alle collaborazioni con studiosi, autori, lirici, scienziati di caratura internazionale, colpevoli solo di avere nazionalità russa.
L’Università di Trento mette al bando gli studiosi russi
Un dato di fatto reso ancora più grottesco da quanto esposto nel comunicato dell’Università di Trento, in cui viene sottolineato che «Il primo articolo del nostro Statuto dice che il nostro ateneo ha a cuore tra l’altro lo sviluppo umano, la democrazia e la dignità dei cittadini. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un’azione in aperto contrasto con questi obiettivi e con i valori che ispirano la nostra comunità. Per questa ragione il Rettore, in accordo con il Senato accademico, ha deliberato concrete iniziative di solidarietà con il popolo ucraino e la sospensione di nuovi accordi bilaterali con le istituzioni legate al governo russo». Capito? Avendo a cuore lo sviluppo umano, si privano dell’eccellenza russa nel campo degli studi. Più che forgiare le giovani menti al pensiero critico, compito di ogni università, le si plasma perché aderiscano ciecamente al diktat di turno.
La toppa peggio del buco
«L’università è il luogo dell’incontro, del pluralismo delle idee, della crescita culturale fondata sul dialogo». Il bello è che lo dicono pure, salvo poi smentirlo nei fatti. «E’ quindi con enorme rammarico che l’Università di Trento – per la prima volta nella sua storia – si trova a dover sospendere le collaborazioni con le istituzioni di un altro paese ma conferma il suo sostegno alle studiose e studiosi russi che subiscono le conseguenze di scelte indipendenti dalla loro volontà». Che tradotto vuol dire: ci dispiace, cari studiosi russi che subite epurazioni sulla base della vostra nazionalità, ma ve la prendete in saccoccia. Quando la toppa finale è peggio della voragine…
Cristina Gauri
2 comments
Chissà come mai per la Cecenia non si sono sentiti… Università ottusa oppure oggi pure prezzolata?
Tutte e due Fabio
E questi sarebbero i globalisti inclusivi? 🙁