Roma, 17 feb – Si può essere così barbari e meschini da definire un ragazzo di 18 anni, vigliaccamente ucciso a colpi di chiave inglese, “l’icona del peggiore neofascismo”? Purtroppo si può e la conferma ci arriva dalle parole scritte su Facebook da Christian Raimo, giornalista e insegnante ossessionato dai nemici ideologici e bardo delle chiamate alle armi antifasciste. “Queste sono otto immagini di persone che ricordano Sergio Ramelli, che per Veltroni è il ragazzino con il ciao, mentre per tutti gli altri è da decenni l’icona del peggiore neofascismo. Basta cercare in rete per trovare libri revisionisti, opuscoli di Casapound, progetti pseudoculturali della Lega tutti legati a Ramelli. Che Veltroni ignori o finga di ignorare questa cosa è sconcertante”. E’ questo l’ultimo vergognoso sproloquio partorito da Raimo, che arriva ad attaccare l’ex segretario del Pd Walter Veltroni, reo a suo avviso di aver ricordato con un pezzo pubblicato dal Corriere della Sera, l’orrendo omicidio di Sergio Ramelli.
Le immagini a cui si riferisce Raimo sono alcuni scatti che ritraggono uomini e donne che ogni anno, a Milano, il 29 aprile ricordano l’anniversario della morte di Ramelli. Lo fanno in silenzio, composti, gridando “Presente”. Lo fanno per ricordare un ragazzo di 18 anni a cui un commando di Avanguardia Operaia ha impedito di crescere, di studiare, di mettere su una famiglia, di portare avanti legittimamente le sue idee politiche. Per Raimo non solo è inaccettabile che i “fascisti” ricordino i propri caduti, è intollerabile pure che ne parli onestamente un politico di sinistra.
Il livore dell’antifascismo semicolto, di chi passa il tempo a spiare le vite d’altri, porta a queste oscene sparate. In tutto questo c’è una bile ignobile, che fa rabbrividire e preoccupa per sfacciataggine. Perché si può criticare, si può contestare, si può pure attaccare verbalmente usando toni a volte eccessivi. Ma è semplicemente spregevole leggere certe parole da parte di chi dovrebbe ricordarsi ogni tanto di essere un insegnante e un giornalista, chiamato dunque a svolgere un precipuo ruolo educativo e informativo. Anche il livore e l’ottusità ideologica dovrebbero avere un limite, segnato da un principio basilare: la dignità. Ecco, abbiamo come la sensazione che Raimo ne sia totalmente privo.
Eugenio Palazzini
…fateci caso..un’altra faccia alla “toninelli” (tontinelli)….hanno tutti la stessa fisionomia…un fatto, innegabilmente, di razza…
…una storia da non dimenticare…mai..
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/esule-centenaria-risponde-ai-giustificazionisti-noi-non-1827520.html
Questo spregevole individuo incita all’odio e fa apologia della violenza. Bene, io starei al suo gioco e lo vorrei avere davanti per rifilargli uno schiaffone dietro l’altro (cazzotti no perché non c’è bisogno di tanto con un tale vigliacco) finchè incomincia a piangere e a chiamare la mamma per poi chiedergli che cosa ne pensa della violenza che esalta.
Quando si compie un’azione bisogna aspettarsi anche una reazione quindi se auspichi e giustifichi l’omicidio devi essere consapevole che potresti anche divenirne vittima. Ma davvero quest’essere inqualificabile è un insegnante? Eddechè?
[…] il secondo, in risposta a quello, da Christian Raimo su Jacobin Italia, preceduto e seguito da una serie di post sui social da parte dello scrittore romano. Anticipo subito che andrò controcorrente, ritenendo che […]
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