Roma, 23 giu — Ristoranti etnici horror «e dove trovarli»: in qualsiasi città d’Italia, a giudicare dai numeri, decisamente preoccupanti, emersi in seguito al maxi blitz dei Nas su tutto il territorio nazionale negli esercizi commerciali e della filiera di fornitura di materie prime. Un’operazione che ha portato al sequestro di 700 tonnellate di cibo in 1.155 magazzini e punti di ristoro di tipo etnico (cinesi, giapponesi, pakistani, indiani) riscontrando irregolarità nel 43% dei casi. Lo riporta Il Giorno. Alimenti scaduti, pessimi stati di conservazione, procedure di autocontrollo aziendali inosservate o mai attuate, utilizzo di alimenti con etichette in lingua straniera di cui era impossibile tracciare l’origine o la data di scadenza.
Tutti i numeri del blitz nei ristoranti etnici
In particolare, sono state rilevate gravi violazioni delle norme vigenti per quanto riguarda il mantenimento della catena del freddo, la conservazione dei cibi da mangiare crudi, e i canali di importazione e distribuzione degli alimenti e delle materie prime provenienti dall’estero, gestiti da ditte di commercio internazionale all’ingrosso, di deposito e di trasporto. Le strutture in cui sono state osservate irregolarità sono 506 su 1.155 ispezioni: grossomodo un ristorante su 2, il 43% dei controlli. Gli operatori di settore segnalati alla autorità giudiziaria e sanitaria sono 490 e le sanzioni amministrative contestate oltre 740 per un totale di oltre 600mila euro. L’operazione ha portato al sequestro di 700 tonnellate di prodotti alimentari tra prodotti ittici, carne, vegetali: si va dallo stato di conservazione pessimo all’assenza di elementi di tracciabilità, per un valore commerciale di circa 3 milioni di euro.
700 tonnellate di cibo avariato sequestrate
Nel corso del blitz è emerso l’uso di magazzini abusivi per lo stoccaggio dei prodotti, cucine in condizioni igienico-sanitarie pessime, o senza i minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori. Trentacinque le imprese commerciali colpite da provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività.
I casi più eclatanti
A Milano i Nas hanno deferito in stato di libertà il titolare pakistano, titolare di un ristorante etnico in provincia di Como per aver detenuto, in cattivo stato di conservazione, 250 kg di alimenti anche con l’aggiunta di coloranti chimici non a norma. A Parma l’operazione dei Nuclei anti sofisticazione ha portato allo scoperto l’esistenza di due depositi alimentari, gestiti da pakistani, dove cibi destinati ai ristoranti etnici venivano conservati in sacchi invasi da escrementi di ratti, la cui presenza fisica è stata riscontrata dagli stessi militari nel corso del blitz. A Bologna si è proceduti al sequestro di 5.300 kg di prodotti alimentari (del valore di 100.000 euro) custoditi in bancali e contaminati da feci di topi e altri animali.
Il Nas di Livorno ha sequestrato 20 tonnellate di alimenti etnici privi di tracciabilità in un locale di proprietà di un cittadino di origine cinese, ubicato in provincia di Lucca. L’autorità ha disposto l’immediata chiusura dell’intero locale (del valore commerciale di 2 milioni di euro) dove, nel corso del controllo svolto, sono state riscontrate pessime condizioni igieniche. Una tonnellata di pesce crudo conservato senza tenere conto delle procedure di abbattimento della temperatura stato invece requisito in un ristorante giapponese di Follonica. Infine vi è il caso di Ancona, dove un cittadino pakistano deteneva, ai fini della commercializzazione, 650 kg di alimenti conservati all’interno di quattro congelatori spenti.
Cristina Gauri