Roma, 22 mar — Ma quanto è eclettica questa Selvaggia Lucarelli: giornalista a Domani, voce di Radio Capital, giudice a Ballando con le stelle, in libreria con la sua ultima fatica Crepacuore. Le manca giusto un’infarinatura di fondamenti di fisica, che forse le consentirebbero di evitare sfondoni social apocalittici nel condividere video palesemente falsi.

La Lucarelli e il missile educato

Come il grottesco filmato diffuso su Twitter un paio di giorni fa, in cui viene mostrato l’interno di una cucina ucraina nella quale fa la sua comparsa un missile piantato nel lavandino. Tutto attorno non vi è traccia di calcinacci e sul soffitto si riesce a intravedere la forma perfetta del missile — peraltro più piccola del razzo stesso — che ne avrebbe perforato la superficie senza provocare deflagrazioni: come se fosse entrata nel burro e avesse inciso la propria forma attraverso il muro. Insomma, una scena da Willy il coyote, un siparietto alla Marvin Acme in Chi ha incastrato Roger Rabbit? Mancano solo la mega calamita e l’incudine che cade dal 5° piano.

I want to believe

Insomma: dopo i missili ipersonici di Putin, arrivano quelli che prima di incunearsi nel lavandino della cucina aprono educatamente lo sportello sottostante. Non solo: sono talmente precisi che quando ti piombano in casa non producono calcinacci, non sfondano controsoffittature, non provocano l’onda d’urto che fa esplodere i vetri delle finestre. Tutto fake, dunque: ci arriva anche un bambino che ha passato la terza elementare. Non la Lucarelli, che è sì esperta di bachata e foxtrot, ma forse dovrebbe fare un ripassino di fisica meccanica. Ma lei vuole credere, fortissimamente credere. E pigia sul tasto «retweet», non prima di aver corredato il video del laconico, solenne commento: «Kharkhiv, Ucraina».

I commenti degli utenti

«Un missile fa un buco di 30 cm nel tetto per centrare il bidone dell’umido? Per fortuna non ha fatto vittime!», commenta un utente della piattaforma. «Comunque ti do una dritta così potrai dare la notizia per prima. La Svezia ha cambiato i colori nazionali per solidarietà all’Ucraina!». Qualcuno rincara la dose: «Un missile che apre l’anta del mobiletto e niente calcinacci sul pavimento… questo è il giornalismo nel draghistan». Qualcuno nita altri particolari: «è stato educato, non ha rotto un vetro, non ha spostato nulla ed è caduto nel cestino». «Era così reciso che ha lavato anche i piatti», ironizza un’altra utente. Il tweet, per inciso, è ancora al suo posto.

Cristina Gauri

 

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. Ma dai!

    Ma non va neanche considerata certa gente, non continiuamo a fargli pubblicità gratuita.

    Una delle prime cose che insegnano ai corsi di tecniche di vendita è “Non perdere tempo a parlare male della concorrenza, è tempo che perdi e in cui potresti illustrare meglio il tuo prodotto”.

    Applichiamola anche all’informazione, usiamo lo spazio per fare vera informazione loro hanno già l’esercito dei mezzi di distrazione di massa, non gli serve altra pubblicità gratuita.

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