Roma, 11 ago — Sono volati gli stracci ieri tra Vittorio Sgarbi e il deputato Pd Andrea Romano durante un accesissimo dibattito andato in onda nel corso della trasmissione Morning Views su Canale 5.

A dare il via alle danze è stata la virologa Gismondo con la sua bocciatura del certificato vaccinale: «Il Green pass è pericoloso e dannoso, è interpretato come un liberi tutti. Un positivo vaccinato e uno non vaccinato hanno esattamente la stessa carica virale e questo significa che la possibilità di diffondere il virus è assolutamente uguale. Sotto quest’aspetto il Green pass non ha alcuna utilità perché non distingue un vaccinato da un non vaccinato».

Romano fa lo “scienziato” e Sgarbi esplode

Dichiarazioni che hanno indispettito, e non poco, l’esponente Pd, da sempre sostenitore della linea dura, anzi durissima, contro gli oppositori del vaccino. Ci ricordiamo ancora tutti della sua boutade in salsa orwelliano-stalinista dello scorso novembre quando ventilava l’idea di censurare ogni forma di dissenso o di dubbio nei confronti della campagna vaccinale: «C’è chi lavora contro i vaccini, quelli dovranno essere zittiti, non bisognerà nemmeno dargli diritto di parola, da nessuna parte, lo dico a tutti: giornalisti, politici, tecnici, perché stavolta non scherziamo più».

Le parole della Gismondo, quindi, hanno provocato il disappunto di Romano, che le ha risposto: «Mi fa molta, molta impressione sentire un medico che dice cose profondamente sbagliate. La Gismondo sostiene che un vaccinato ha la stessa carica virale di un non vaccinato. La dottoressa dovrebbe sapere perfettamente e se non lo sa dovrebbe informarsi, che chi è vaccinato corre un rischio molto, molto minore di contagiarsi con il Covid rispetto a chi non è vaccinato». Perché lui, dall’alto dei suoi studi sulla formazione del sistema stalinista degli anni ’30 e sui rapporti tra partito bolscevico e società rurale, di virus e vaccini ne sa molto più di uno scienziato, è evidente.

Il sindaco di Sutri asfalta il deputato Pd

A quel punto Sgarbi non riesce più a stare zitto. «Non sono un virologo come il dottor Romano — ironizza — Mi fido ciecamente degli scienziati e della professoressa che dice cose avvedute anche se contraddette da un signore che fa il politico convinto di saperne di più. Mi sembra un paradosso che meriterebbe una litigata ma non si possono fare». E a quel punto Romano dà a Sgarbi del negazionista, scatenando la furia del sindaco di Sutri. Esplode così: «Mai detto! Imbecille, ho contrastato l’operato di Conte di impedire alle persone di andare al mare o in bicicletta all’aperto. Ora ti faccio tacere, co***one! bugiardo, bugiardo, bugiardo! Non ho mai negato il Covid, ho negato che Romano usasse il cervello o ce lo avesse». La povera conduttrice cerca di placare gli animi infiammati degli ospiti.  

Sgarbi: il Green pass non ha senso all’esterno

Alla fine sembra riuscirci e Sgarbi prosegue esponendo il proprio punto di vista. Rivela un suo colloquio con il premier Draghi: «Non ha senso all’esterno il Green pass. Ho fatto notare a Mario Draghi l’assurdità del documento per chi sta fuori: nelle arene, nei teatri all’aperto, negli stadi. E lui mi ha detto che avviene perché vogliono che tutti si vaccinino». Insomma, come è ormai evidente a tutti, il Green pass è solo il grimaldello agitato sotto il nado degli italiani per obbligare tutti a vaccinarsi. «Le persone oneste mostreranno il Green pass vero, altrimenti uno falso. I controlli a campione sono irrealistici anche perché la Lamorgese non vuole un atteggiamento poliziesco. Non corre alcun rischio l’esercente e nemmeno chi ha fatto il tranello perché si deve dimostrare che era in malafede. E’ una rete meravigliosa di irresponsabilità», conclude.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

2 Commenti

  1. sporchi luridi comunisti,”non scherziamo più “,non preoccuparti anche noi non “scherzeremo” più……

  2. “Solo le persone oneste mostreranno il G.P. vero”… Sgarbi vs. Romano non c’è confronto, ma Vittorio (solo di nome), ne ha da mangiare ancora di pagnotte!

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