Roma, 20 giu – Desta sempre più preoccupazione l’allarme siccità. Le misure da prendere per affrontare il fenomeno saranno al centro della Conferenza delle Regioni, prevista per mercoledì 22 giugno. Una situazione che va a mettere a repentaglio i raccolti in un settore messo già a dura prova dagli effetti della guerra in Ucraina
Le Regioni vogliono lo stato di emergenza
Le Regioni chiederanno al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità. Scopo della richiesta sarà quello di dare priorità all’uso umano e agricolo delle risorse idriche. Questo quanto emerge dalle parole di Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto e coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni. Tra le richieste delle Regioni non c’è solo lo stato di emergenze, ma anche quella di mettere a disposizione nuove risorse per creare nuovi invasi, andandole a prendere anche dal Pnrr.
Il Lazio dichiara lo stato di calamità
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato di voler proclamare nelle prossime ore lo stato di calamità. Un provvedimento che servirà per “adottare immediatamente le prime misura e invitare i sindaci alle norme di contenimento”. Zingaretti ha parlato anche di “una situazione che sarà molto critica”, lasciando presagire limitazioni per il risparmio idrico “a cominciare dai consumi familiari“.
Il Po da bollino rosso
Preoccupano anche le condizioni del fiume Po. Da quanto emerge dall’ultimo monitoraggio di Coldiretti il quadro è piuttosto critico: “Il livello del Po è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico più basso di Ferragosto di un anno fa, con la siccità che colpisce i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le coltivazioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali, in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione con la guerra in Ucraina”.
Le parole di Coldiretti
Sulla generale situazione di allarme siccità è intervenuto anche il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, secondo il quale “dobbiamo chiedere lo stato di emergenza, collegato all’intervento della protezione civile”. Altro tema sollevato da Prandini è quello dei bacini di accumulo e della depurazione dell’acqua “Dobbiamo investire in tempi brevi sui bacini di accumulo. Rispetto a tutto ciò che concerne il tema depurazione non dobbiamo creare ostacoli perché c’è un 12 per cento di acqua che non ha le caratteristiche. Dobbiamo creare le condizioni per cui quel 12 per cento vada esattamente in linea con quelli che sono parametri che noi pretendiamo nel riutilizzo dell’acqua depurata, ma dobbiamo avere l’intelligenza di poter utilizzare tutto ciò che ci sarà messo a disposizione. Sennò le difficoltà ricadranno sul nostro mondo”.
Michele Iozzino
3 comments
Chiudere la stalla, pure bucata, dopo che i buoi, ehm… l’ acqua è scappata, son capaci tutti ma proprio tutti.
Il livello del Po è normalissimo, magari è meno di un anno fa, ma queste statistiche si fanno con una media a 100 anni non dell’anno prima,
ricordo delle annate che il Po si attraversava a piedi
Dunque perchè tentate pateticamente di prendere in giro i lettori?
Siete come il resto dei media di REGIME fate PROPAGANDA:
il Governo Draghi (fregandosene del referendum) HA PRIVATIZZATO L’ACQUA con un DECRETO
improvvisamente tutti i media di regime, cantano in coro che l’ACQUA e’ PREZIOSA e c’è la siccità
Lo scopo è quello di farci PAGARE CARISSIMA L’ACQUA PRIVATIZZATA
[…] Allarme siccità, ecco perché si va verso lo stato di emergenza […]