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Sparatoria in club Lgbt in Usa, ma a salvare i gay è un padre di famiglia veterano di guerra

by Andrea Bonazza
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Roma, 22 nov – Un mare di polemiche stanno scuotendo gli Stati Uniti d’America per la sparatoria avvenuta in un locale Lgbt, lo scorso sabato in Colorado. Molte di esse sono legate ovviamente al libero commercio di armi da fuoco e moltissime sono quelle cavalcate in queste ore dal mondo progressista arcobaleno che grida all'”omofobia”. Praticamente nessuno, però, esalta un fattore a nostro avviso importantissimo: ovvero che ad intervenire fisicamente per fermare la strage in corso nel locale, salvando dunque la vita agli avventori, è stato un padre di famiglia veterano dell’esercito americano. L’ex militare, reduce delle guerre di Iraq e Afganistan, è infatti riuscito a fermare l’uomo armato che ha aperto il fuoco in una discoteca LGBT nello stato americano del Colorado.

Clienti Lgbt salvati da un veterano di guerra

Sabato sera l’aggressore è entrato nel Club Q di Colorado Springs e, aprendo il fuoco, ha ucciso cinque persone e ferendone altre 17. Da subito le forze dell’ordine hanno definito “eroi” i presenti che si sono messi in gioco per fermare l’attacco. In particolare, le testimonianze attribuiscono la coraggiosa azione a Richard Fierro e Thomas James. Il primo ha affrontato il sospetto, disarmandolo e colpendolo con la sua stessa arma. Il secondo uomo, Thomas James, è successivamente intervenuto per aiutare Fierro. Nella conferenza stampa tenutasi ieri, la polizia ha identificato le vittime dell’assalto in: Daniel Aston e Derrick Rump, entrambi baristi al Club Q, Kelly Loving, Ashley Paugh e Raymond Vance. L’autore della strage, il 22enne Anderson Lee Aldrich, è ora in custodia dalla polizia in ospedale. Come detto, il giovane è stato fermato da un veterano dell’esercito americano che, per quanto può sembrare strano, stava assistendo a un’esibizione di Drag Queen al club insieme a sua moglie e sua figlia. Il veterano Richard Fierro ha spiegato alla stampa che il suo addestramento al combattimento è stato fondamentale, entrando automaticamente in azione quando si è avventato sull’uomo armato per fermarlo. “Sono subito corso contro di lui – ha raccontato il veterano – L’ho preso. Ho pensato: ‘Devo uccidere questo ragazzo. Ucciderà mio figlio. Ucciderà mia moglie'”. “Ho agito di riflesso – continua il signor Fierro – Ho fermato quella carneficina. Non potevo lasciare che altri si facessero male”.

Cinque morti e 17 feriti nella sparatoria

Caricato fisicamente dall’ex soldato, l’aggressore ha lasciato cadere il fucile a terra mentre cadeva sotto la forza di Fierro. I due uomini hanno allora iniziato a lottare sul pavimento del locale. Quando Fierro ha strappato la pistola all’aggressore, ha usato la sua stessa arma per picchiarlo violentemente. Nello scontro, il militare ha esortato un artista drag queen a prendere a calci in testa l’aggressore. “Uno degli artisti stava scappando e gli ho urlato di prenderlo a calci. La drag queen ha colpito allora con i suoi tacchi alti l’uomo, conficcandoglieli in faccia“. Quando i poliziotti sono intervenuti nel locale, hanno immediatamente placcato Fierro, ammanettandolo e chiudendolo in una volante per oltre un’ora, mentre il veterano implorava gli agenti di constatare che la sua famiglia stesse bene. Quando Fierro è stato rilasciato, ha saputo che sua figlia Kassy ha perso il suo ragazzo, il 22enne Raymond Green.

Il progressismo arcobaleno antimilitarista ringrazia il militare

Le indagini sulla strage sono ancora in corso e si attende di sapere se la sparatoria, avvenuta proprio alla vigilia del Transgender Day of Remembrance di domenica, sia stata un crimine omofobo organizzato o semplicemente il folle gesto di un pazzo. Al momento il sospettato sta affrontando cinque accuse di omicidio, anche se oggi gli investigatori hanno dichiarato che nessuna accusa è stata ancora formalmente depositata. Il Club Q è il cuore della comunità LGBT di Colorado Springs, città a 110 km a sud di Denver. L’America non è certo nuova a crimini di questo tipo: nel 2016, 49 persone erano state uccise in una sparatoria al club gay Pulse di Orlando, in Florida, in quella che è stata la sparatoria di massa con più vittime nella storia degli Stati Uniti. Com’è noto, il mondo Lgbtq è fortemente ideologizzato nella sinistra progressista, pacifista e antimilitarista. In molti però, adesso, sotto le bandiere arcobaleno listate a lutto per questa ennesima strage, probabilmente si chiederanno come la sparatoria fosse andata a finire se quella sera, tra gli avventori del Club, non fosse stato presente uno dei loro tanto detestati soldati.

Andrea Bonazza

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