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Studentesse marinano la scuola, si giustificano inventando uno stupro: “Il cuoco ci ha violentate”

by Cristina Gauri
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Lucca, 1 mar — Un calvario giudiziario, una gogna durata quasi 16 anni per l’accusa infamante di stupro, poi rivelatasi una calunnia, presentata da due studentesse. Si è concluso pochissimi giorni fa con la condanna delle due ragazze l’incubo di un uomo di 37 anni, a cui ora dovranno corrispondere «18mila euro oltre interessi e rivalutazione», così si legge nella sentenza.

Due studentesse accusano di stupro un cuoco 

I fatti sono avvenuti a Lucca nel 2007. L’uomo, allora 21enne e impiegato come cuoco in un istituto scolastico, venne indicato come l’autore di duplice violenza sessuale dalle studentesse, allora minorenni. La motivazione che le aveva portate a formulare questa calunnia è sconvolgente: le due ragazze, scoperte dagli insegnanti dopo aver marinato la scuola, si erano giustificate inventandosi uno stupro, senza alcun riguardo per le conseguenze legali a cui avrebbe dovuto far fronte il ragazzo accusato. Sembrava una mattinata come tante; due studentesse svogliate avevano deciso di saltare le lezioni e suonare alla porta dell’appartamento del giovane cuoco, situato all’interno dell’istituto scolastico, chiedendo qualcosa da bere.

Motivazioni sconvolgenti

Il 21enne, intuendo che le due stessero marinando la scuola, aveva deciso di chiudere un occhio accogliendole nella propria abitazione per alcune ore, senza però avvertire i docenti. Le studentesse si erano accomiatate verso l’ora di pranzo, certe di averla fatta franca. Ma la loro assenza era stata purtroppo notata da alcuni professori, e le due, per giustificarla, si erano inventate l’accusa più ignobile di tutte: «Siamo state violentate dal cuoco, stamattina: ecco perché non eravamo in classe».

Una vita distrutta

Con una leggerezza e una mancanza di responsabilità che lascia allibiti le ragazze avevano lasciato che il cuoco venisse indagato per violenza sessuale, con tutto l’infernale corollario di infamia e di stigma sociale che ne poteva derivare. Nessuno credette alla sua versione, per quel meccanismo perverso figlio del femminismo tossico per cui le accuse di una donna vanno ritenute veritiere su due piedi, quasi senza bisogno di dimostrarle. Il 21enne perse il lavoro, fu lasciato dalla fidanzata e venne perseguitato da minacce e scritte ingiuriose nei suoi confronti che comparivano regolarmente nel quartiere dove abitava. Una vita distrutta.

Un inferno durato poco più di un anno, terminato con la decisione del gip del tribunale di Lucca di proscioglierlo da ogni accusa. Le due studentesse incalzate da investigatori e divorate dai sensi di colpa decidono di confessare. Ma il danno era fatto, il mostro creato. A quel punto era stato il cuoco a fare causa alle due, finite sotto processo al tribunale dei minori di Firenze per calunnia. Nel 2014, i giudici avevano riconosciuto loro il perdono giudiziale per aver ammesso le proprie colpe. Alcuni giorni fa, è arrivata la decisione dei giudici sul risarcimento. 

Cristina Gauri

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jenablindata 1 Marzo 2023 - 5:56

“L’uomo, allora 21enne e impiegato come cuoco in un istituto scolastico, venne indicato come l’autore di duplice violenza sessuale dalle studentesse, allora minorenni”
………

– 609-bis c.p. : punisce con la pena della reclusione da 6 a 12 anni chiunque, con violenza, minaccia o abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali. La fattispecie tutela l’integrità sessuale individuale e, più specificamente, la libera autodeterminazione in ordine alla propria sessualità.7 apr 2022

quando si accusa FALSAMENTE qualcuno di un REATO INFAMANTE e che dà una pena come questa sopra citata,
è troppo comodo, ripulirsi le mani e la coscienza con un semplice risarcimento in denaro* :
ci vuole ANCHE una punizione legale,che NON deve essere inferiore alla pena del reato di cui si accusa.
ergo,queste due disgraziate DEVONO pagare…

CON la galera,per lo stesso periodo del reato simulato.

CON soldi VERI e non con una ELEMOSINA giudiziaria
(come MINIMO dieci volte tanto la som,ma decisa dal giudice: …ma minimo,proprio.)
E

CON IL LORO GRUGNO e le loro generalità sui giornali (e conseguente morte sociale almeno fin quando non si sono dimenticati di loro)….ESATTAMENTE quello che è successo a quel cuoco.

questa,è una VERA giustizia:
una spada affilatissima che taglia da entrambe le parti,
che deve essere maneggiata con cautela,e che si deve essere CERTI di cone si usa:

altro che la PAGLIACCIATA che si spaccia per tale,oggi.

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