Bologna, 7 apr — Lo sentite questo silenzio tombale? E’ quello dei progressisti, che ci macina quotidianamente le gonadi su violenza fascista, patriarcato, mascolinità tossica e sulla necessitò di riprogrammare il cervello maschile — tranne quando a picchiare e stuprare le donne sono gli immigrati o chi frequenta i luoghi di aggregazione della sinistra; ad esempio, quei bravi ragazzi che il 18 settembre scorso si trovavano alla Festa dell’Unità di Bologna e hanno stuprato in gruppo una ragazzina di 15 anni. Ne avete sentito uno — almeno uno — tra gli esponenti del Pd, denunciare e condannare l’accaduto, o per lo meno esprimere solidarietà alla giovanissima vittima? No? Nemmeno noi.

Ragazza stuprata alla festa dell’Unità, 5 denunce

Silenzio tombale su una storia terribile, di violenza e umiliazione. A riportare i fatti è il Resto del Carlino. Cinque minorenni (tra cui anche delle ragazzine) e un maggiorenne denunciati per violenza sessuale di gruppo; mentre la vittima veniva stuprata, i presenti filmavano l’atto con uno smartphone.

Teatro dell’ignobile episodio, avvenuto il 18 settembre scorso, il Parco Nord di Bologna, dove era allestita la Festa dell’Unità. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la minorenne sarebbe stata avvicinata «in modo amichevole» dal branco, che dopo averla invitata a trascorrere la serata insieme, l’avrebbe convinta ad appartarsi dietro la zona-giostre. Lì, con la scusa del «gioco della bottiglia», sarebbe stata costretta a subire atti sessuali da uno dei ragazzi del gruppo, mentre gli altri filmavano tutto e incitavano l’autore della violenza. Trascorsi alcuni giorni in stato di choc, la 15enne ha denunciato il fatto ai militari dell’Arma.

Le denunce

Dopo aver sentito la vittima in audizione protetta, i carabinieri hanno ricostruito la dinamica della serata, individuando i presenti e i presunti autori dello stupro. Nei confronti dell’unico maggiorenne presente è stato emesso un divieto di avvicinamento, provvedimento non ancora applicato visto che l’indagato è irreperibile essendosi trasferitosi all’estero. Tra gli indagati minorenni ci sono anche delle giovanissime ragazze.

Cristina Gauri

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