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“Fu terrorismo”: condannato a 24 anni l’autista senegalese dello scuolabus sequestrato e incendiato

by Ludovica Colli
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Milano, 15 lug – Accolta l’accusa di terrorismo. La Corte d’Assise di Milano ha condannato a 24 anni di carcere Ousseynou Sy, il 47enne senegalese che il 20 marzo dell’anno scorso, a San Donato Milanese, sequestrò e incendiò l’autobus di cui era alla guida e che trasportava 50 ragazzini di una scuola media, due insegnanti e una bidella, tutti poi messi in salvo dai carabinieri. I giudici hanno accolto la richiesta della procura.

“Capace di intendere e di volere al momento del fatto”

Sono state dunque accolte le tesi dei pm Luca Poniz e Alberto Nobili, che nelle scorse udienze hanno riqualificato l’ipotesi di sequestro in sequestro con finalità di terrorismo. La Corte, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, ha riconosciuto a Sy le attenuanti generiche e lo ha interdetto dai pubblici uffici. I giudici hanno riconosciuto anche risarcimenti a titolo di provvisionale pari a 25mila euro per ognuno dei ragazzi che si sono costituiti parti civili tramite i loro genitori, ai quali è stato riconosciuto un risarcimento di 3mila euro ciascuno. L’uomo non è affetto da “vizio di mente per infermità”, secondo gli psichiatri Renato Ariatti e Franco Martelli, autori della perizia richiesta dalla Corte d’Assise per accertare la sua “capacità di intendere e di volere al momento del fatto“. Sy, che ha assistito impassibile alla lettura della sentenza, era nel pieno delle facoltà quando ha sequestrato i bambini con l’intenzione di fare una strage sulla pista dell’aeroporto di Linate, per condizionare la politica in materia di immigrazione e “intimidire la popolazione”.

Sy voleva uccidere i bambini “per salvare vite umane”

“Se volete condannarmi fate pure, ma ricordatevi che il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane, perché non se ne poteva più. Tutti i giorni vedevo orrori”, ha detto Sy stamattina nell’aula bunker. L’africano si è rivolto alla corte chiedendo “giustizia per tutte le famiglie che hanno visto i loro figli e i loro parenti lasciati morire davanti alle nostre coste”. Un modo quanto meno curioso di salvare vite, quello di spezzare quelle di bambini innocenti.

Ludovica Colli

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