Roma, 28 ago – Tornare a scuola è sicuro, per bambini e ragazzi: il rischio di un contagio grave di coronavirus infatti è “raro”, mentre quello di morire di Covid-19 è “infinitamente raro”. A rivelarlo uno studio britannico sulla ripresa delle lezioni in aula dopo i mesi di lockdown. La ricerca – pubblicata sul prestigioso British Medical Journal (Bmj) -, è la più ampia realizzata finora al mondo in materia e spiega perché il pericolo di un ricovero in ospedale per gli studenti si debba ritenere “minimo”. Il Regno Unito, lo ricordiamo, è il Paese europeo con il più alto numero di vittime da Covid-19 (oltre 41 mila).
“Rischio di ricovero per Covid-19 è statisticamente minimo”
Nello specifico, lo spettro di conseguenze letali, riportano gli autori dello studio, è addirittura infinitesimale sia tra i più piccoli, sia tra i ragazzi fra i 10 e i 14 anni. Sui casi presi in esame di contagio minorile da coronavirus in Inghilterra, Scozia e Galles sono stati registrati non più di 6 esiti fatali, tutti però riguardanti bambini con gravi patologie pregresse associate. Per questo – spiega il professor Calum Sample, docente di epidemiologia pediatrica all’Università di Liverpool – i genitori “devono essere fiduciosi che rimandare i figli a scuola non significa esporli a un pericolo diretto”. Proprio tenerli ulteriormente a casa, invece, “vorrebbe dire, come sappiamo, danneggiarli e privarli di opportunità educative, con possibili conseguenze anche sulla loro salute mentale”. Stesso parere da parte di Olivia Swann, ricercatrice di malattie infettive infantili all’Università di Edimburgo e prima firmataria dello studio pubblicato dal Bmj, secondo la quale “il rischio assoluto d’essere ricoverati in ospedale per Covid-19″ è statisticamente davvero “minimo” per qualsiasi bambino. “Nulla – precisa Swann – è mai del tutto privo di pericolo. Ma io, come madre, come medico dei bambini e come ricercatrice, trovo i numeri di questo studio estremamente rassicuranti. E spero lo siano anche per tutti i genitori del Regno Unito”. Buone notizie anche per l’Italia, quindi.
Lo studio su 651 bambini e ragazzi ricoverati
Lo studio è stato condotto dagli esperti delle Università di Edimburgo e Liverpool, dell’Imperial College di Londra e del Royal Hospital for Children di Glasgow, che hanno analizzato i dati di 651 bambini e ragazzi al di sotto dei 19 anni ricoverati in 138 ospedali in Inghilterra, Scozia e Galles a seguito dell’insorgenza di Covid-19. Il lavoro è stato svolto nell’ambito del “Coronavirus Clinical Characterisation Consortium ISARIC4C”, un consorzio di medici ed esperti provenienti da tutto il mondo che lavorano per prevenire la morte a causa di malattie respiratorie. In generale, riporta la Swann, “obesità, etnia ed età sono alcuni dei fattori che influenzano il rischio di complicazioni, come la presenza di sindrome infiammatoria grave pregressa“. Per quanto riguarda i più piccoli, invece, “il numero di bambini e giovani deceduti a causa di SARS-CoV-2 – aggiunge la ricercatrice – è relativamente basso rispetto alla percentuale di morti tra gli adulti. Dei sei casi analizzati, tre neonati e tre di età compresa tra 15 e 18 anni, tutti presentavano altri gravi problemi di salute. Tra i ragazzi solo il 18 per cento dei contagiati è stato ricoverato in terapia intensiva”.
I ricercatori in ogni caso sottolineano che i bambini rappresentavano una percentuale molto ristretta di pazienti Covid-19 e nella maggior parte dei casi la condizione si presentava in forma lieve.
Adolfo Spezzaferro