Roma, 3 apr – All’Università di Trento è andato in scena l’ennesimo delirio dettato dalla follia del politicamente corretto. Il nuovo regolamento dell’ateneo del capoluogo dell’omonima provincia autonoma ha stabilito l’entrata in vigore del femminile sovraesteso, ovvero la declinazione al genere femminile di tutti i ruoli e cariche, anche se ad occuparli è un uomo. “È stato un segnale simbolico. Una provocazione affinché ci si ponga nella prospettiva di chi resta esclusa dall’uso sovraesteso del genere maschile”. Queste le parole di Barbara Poggio prorettrice alle Politiche di diversità ed equità dell’università.
Femminile sovraesteso per tutti
Una presa di posizione, quella dell’università, che ha lasciato perplessi in molti. “È importante perché le parole costruiscono la realtà. Il sentirsi chiamati è anche esistere. E contestualmente possiamo lavorare su tutto il resto” ha continuato la Poggio. Ora, quindi, il rettore Flavio Deflorian sarà “la rettrice Flavio Deflorian”, lasciando cadere nel ridicolo l’intera questione. Così facendo, tramite l’adozione del femminile sovraesteso, invece che una fantomatica “inclusività” si ottiene solamente una vuota e assurda imposizione che, oltre a discriminare tutti quei maschi che ricoprono dei ruoli nell’ateneo, non ha alcun fondamento reale.
L’irrazionalità del politicamente corretto
Come spiegato sul Fatto Quotidiano dal professore Paolo Ercolani, docente di filosofia presso l’Università di Urbino, è “dubbio che per la maggioranza delle donne sia affettivamente un trauma vedere la propria carica declinata al maschile”. Inoltre, l’azione sul piano del linguaggio (quello della forma) è fortemente sterile e ipocrita secondo lo stesso Ercolani, il quale afferma che “un mondo in cui si pensa di combattere un’ingiustizia con le stesse modalità dell’ingiustizia stessa: cioè, in questo caso, discriminare gli uomini pensando di compiere un gesto esemplare; invertire i fattori dei discriminati, lasciando intatta l’ingiustizia”. Il reale intento censore e distruttore del politicamente corretto unito al fanatismo neo-femminista si mostra così in tutta la sua chiarezza.
Andrea Grieco