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A 140 dalla nascita di Umberto Boccioni, l’Italia ha bisogno di Futurismo

by Andrea Bonazza
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Roma, 19 ott – Oggi ricorre il 140° anniversario della nascita del grande pittore, scultore e scrittore italiano Umberto Boccioni; una delle massime espressioni del Futurismo. Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882 e morto a Verona, in una brutta caduta da cavallo, il 17 agosto 1916, Boccioni è stato tra i pionieri dell’idea di rappresentare in arte il movimento, la vertigine e la velocità. La sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura fino ad oggi.

Il giovane Umberto Boccioni

A circa vent’anni, Umberto Boccioni frequenta lo studio di un cartellonista a Roma apprendendo i primi rudimenti della pittura. Grazie alla sua passione per la ricerca delle arti innovative, presto conoscerà i grandi personaggi del Futurismo italiano. Con Gino Severini frequenta lo studio del pittore divisionista Giacomo Balla, che diverrà anch’esso un gigante dell’avanguardia futurista. Nel 1903 Boccioni e Severini incontrano alla Scuola libera del Nudo un altro artista destinato a fare la storia italiana; è Mario Sironi, anch’egli allievo di Balla. I tre stringeranno una salda amicizia che si tramuterà in un cameratismo profondo e ancorato ai nuovi concetti artistici ed ideologici che la neonata compagnia partorirà gradualmente. Girando l’Europa frequentando prestigiose accademie artistiche in Francia, Germania e Russia, Boccioni accusa presto i limiti della cultura italiana che reputa ancora essenzialmente “di provincia”.

Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni e Severini

La nascita del Futurismo

Arrivato a Milano, Umberto Boccioni intuisce subito che il capoluogo meneghino corrisponde alle sue aspirazioni dinamiche. Diventa amico di Romolo Romani, frequenta Previati, diviene socio della Permanente. Durante la sua formazione visita musei e gallerie d’arte, conoscedo opere di artisti di ogni epoca. Anche se appassionato ai lavori di Michelangelo, così come a molte opere antiche, queste diverranno presto i bersagli principali della polemica futurista in contrapposizione al passatismo. A breve incontra infatti, sempre all’ombra della Madunina, il futurista per eccellenza: Filippo Tommaso Marinetti, con il quale, nel 1910, collabora alla stesura del Manifesto tecnico del movimento futurista e il Manifesto dei pittori futuristi nel 1911, scritto insieme a Carlo CarràLuigi Russoloe i suoi vecchi amici Giacomo Balla e Gino Severini. Per il neocostituito movimento Futurista, l’artista moderno doveva liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace e in continua evoluzione.

Avanguardista dell’arte

Città, macchine, industria e vorticosi movimenti sociali finiscono presto nel mirino delle sue opere. In contrapposizione alla staticità cubista, Umberto Boccioni esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. In quadri come Dinamismo di un ciclista, o Dinamismo di un giocatore di calcio, la raffigurazione dello spostamento nello spazio-tempo diventa elemento principale per Boccioni. Lo stesso vale anche per la scultura, arte nella quale Boccioni scansò marmo e bronzo, preferendo invece il legno, il ferro e il vetro.

L’interventismo nella Grande Guerra

Dopo una lunga scia di proteste, manifestazioni e scontri di piazza in favore dell’Interventismo, per la gioia dei futuristi il 24 maggio del 1915 l’Italia entra finalmente in guerra. Boccioni si arruola subito volontario assieme a un nutrito gruppo di artisti, venendo assegnato al Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti. Lontano dalla prima linea e senza occasione di combattere, in una lettera dell’ottobre 1915 si lamenta che, la guerra “quando si attende di battersi, non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro….”. Nel giugno del 1916, in attesa di partire finalmente per il fronte, con il compositore Ferruccio Busoni, Umberto Boccioni è ospite dei marchesi Della Valle di Casanova a Villa San Remigio, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore.

Una fatale caduta da cavallo

Il 17 agosto del 1916, con la Prima guerra mondiale ancora in corso, Boccioni muore all’età di 33 anni all’ospedale militare di Verona. Le ferite riportate in seguito alla caduta accidentale dalla propria cavalla, imbizzarritasi alla vista di un autocarro, gli sono fatali. Umberto cadde da cavallo il giorno prima durante un’esercitazione militare nella frazione veronese di Chievo, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa. Umberto Boccioni è tutt’ora sepolto nel cimitero monumentale di Verona, nei calti antichi del secondo campo, accanto al quale volle poi essere sepolta anche la madre. Sul marmo che chiude e riporta il nome dell’artista si possono osservare le testimonianze scritte lasciate da altri artisti e conoscenti in visita.

omaggio dell’artista Cosimo Allera alla più importante opera del ‘900 “Forme uniche della continuità nello spazio”

Dalla damnatio memoriae alla spettacolarizzazione

Come avvenuto per molti artisti del Futurismo e del Fascismo, purtroppo anche Umberto Boccioni e le sue opere subirono una vergognosa censura iconoclasta da parte della neo-insediata vulgata culturale antifascista. Oggi, fortunatamente, il Futurismo, la sua arte e i suoi ideali di avanguardia, così come gli uomini che ne hanno agitato il movimento perpetuo, non sono più un tabù. In molte città italiane, da oggi, si celebra il 140° compleanno dell’artista futurista soprattutto nelle città che lo hanno visto crescere, umanamente e professionalmente. A Morciano, cittadina romagnola da cui era originaria la famiglia dell’artista, la Fondazione Umberto Boccioni ha organizzato una lunga serie di eventi concentrati su storia, arte e letteratura. Anche nella sua città natìa, Reggio Calabria, l’amministrazione comunale ha inteso promuovere una due giorni celebrativa ricca di iniziative a carattere storico, artistico e culturale. Appena installata inoltre nella città dello Stretto l’imponente scultura di 6 metri di altezza, omaggio dell’artista Cosimo Allera alla più importante opera del ‘900 “Forme uniche della continuità nello spazio” di Umberto Boccioni. In esclusiva sulla piattaforma ITsART, invece, andrà oggi in onda il documentario Formidabile Boccioni, una produzione ARTE.it Originals in collaborazione con ITsART e Rai Cultura, segue la vita e le opere dell’artista attraverso interviste esclusive a esperti, direttori di musei e collezionisti.

Dove ammirare le opere di Boccioni in Italia

Oltre al Metropolitan Museum of Modern Art di New York, e all’Estorick Collection di Londra, in Italia è possibile ammirare le opere di Umberto Boccioni al Museo del Novecento di Milano, che vanta la più grande collezione pubblica del pittore, tra le quali l’originale di Forme Uniche della continuità dello spazio (1913). Sempre a Milano, alla Pinacoteca di Brera, troviamo la famosa Rissa in Galleria (1910) e Autoritratto (1908). Meriggio, Officine di Porta romana, (1909-10), è invece esposto alla Galleria d’Italia insieme a Tre donne (1909-10), sempre nel capoluogo lombardo. Dinamismo di un cavallo in corsa + case, (1915), posa invece alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Ritratto antigrazioso (1912), e Ritratto del maestro Busoni (1916), si trovano invece presso la Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma. Nel 140° anno della nascita del grande artista, tra i padri del Futurismo, c’è però da scommettere e sperare che le sue opere attraversino tutta Italia. Se non altro per riconsegnare nuovo slancio, artistico e ideale, ad un popolo e ad una casta intellettuale culturalmente immobili nelle proprie prigioni mentali. Che sulle paludi dello svilente progressismo imperante, tornino a marciare inesorabili le avanguardie futuriste di una Nazione che deve avere per forza ancora tanto da dare e insegnare.

Andrea Bonazza

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