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Addio a Roberto Melchionda, uno dei più importanti studiosi di Evola

by Giovanni Damiano
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Evola, Melchionda

Roma, 21 ott – Roberto Melchionda, scomparso ieri notte, è stato uno dei più importanti studiosi evoliani, in quanto autore di un testo, ancor oggi insuperato, sulla filosofia di Evola, Il volto di Dioniso, uscito nel 1984 per i tipi di Basaia, e di un’altra serie di scritti altrettanto significativi, organicamente raccolti nel volume La folgore di Apollo. Scritti sull’opera di Julius Evola, edito da Cantagalli nel 2015. Tutti lavori che meritano una indagine né frettolosa, né d’occasione, ma in grado di esplorarli con l’ampiezza e l’attenzione che gli spettano. Ragion per cui, qui voglio soffermarmi su un altro aspetto della produzione intellettuale di Melchionda, forse meno conosciuto ma non per questo meno interessante, che ha trovato spazio nella silloge pubblicata dalle Edizioni di Ar nel 2009 col titolo di Scritti per vocazione.

Un contributo da “preservare e continuare”

Quel che colpisce, leggendo queste pagine, è innanzitutto la grande libertà intellettuale di Melchionda, la sua capacità di evitare le solite cose che il suo ambiente politico-culturale di riferimento proponeva di continuo, con esiti oltretutto scarsamente originali. Al contrario, Melchionda spazia da Giorgio Colli a Ludwig Wittgenstein, dal “fascismo filosofico” di Del Noce al Gentile interprete di Mazzini, dalla “transpolitica” di Nolte alle analisi sulla tecnica di Severino, dall’inconsueto sguardo sul reale di Jünger alle questioni sul Nietzsche ‘nazificato’ e/o ‘denazificato’. Non solo, perché si può non essere banali nella scelta dei temi da analizzare, ma poco originali nel trattarli, limitandosi a ripetere quel che altri hanno già detto al riguardo.

Tutt’al contrario, lo sguardo di Melchionda – oltretutto aiutato da un personalissimo stile di scrittura, sobrio ed elegante a un tempo – sapeva cogliere l’essenza degli autori indagati ed anche alcuni loro lati insoliti e poco frequentati. Insomma, Melchionda, del quale altri, più qualificati del sottoscritto, potranno ricostruire proficuamente l’itinerario politico e la rete di rapporti, ha dato al mondo non-conformista italiano un contributo di grande spessore, ricco di intuizioni e analisi innovative, che va preservato e soprattutto continuato, che è poi il miglior modo possibile di rendergli omaggio.

Giovanni Damiano

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2 comments

Anton 21 Ottobre 2020 - 7:05

R.I.P.

L’unico libro che ho di Roberto Melchionda è proprio “Il volto di Dioniso”.

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sergio pessot 23 Ottobre 2020 - 6:01

Ciao Roberto,dopo oltre 70 anni di comune militanza te ne sei andato nel mondo dello Spirito e dell’Eroismo. Ricordo quando da ragazzo sei partito per Roma, avevi scoperto uno scrittore che ritenevi estremamente interessante, sei andato da Evola e avevi ottenuto un suo articolo per il numero unico che stavi allestendo.E’ nato un rapporto durato per tutta la vita e documentato dal ricco epistolario oggi in mano all’archivio Ugo Spirito. Le pubblicazioni della Sfida e di Imperium hanno fatto nascere il nostro gruppo dei c.d. “figli del sole”. Gruppo o corrente che ci ha permesso di rimanere in contatto in questi lunghissimi anni. TU e Giano avete rappresentato con Fausto e Pino la cultura del fascismo in tutta la sua evoluzione.Nella tua nuova dimensione avrai ritrovato il tuo inseparabile Giano e tutti gli Altri, qui siamo rimasti in pochissimi, Fabio, Primo e indebitamente io.Ti saluto mio caro Camerata con un Presente! Arrivederci Roberto…..

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