Roma, 3 mar – Dal Rinascimento il simbolo di Pisa è la sua torre, che per il fatto di essere eccezionalmente pendente, a reso famosa la città toscana in tutto il mondo. Ma all’ombra della storica torre vi sono però molte altre bellezze che affascinano i turisti che si recano in Piazza dei Miracoli, patrimonio UNESCO. Tra queste vanno certamente annoverate il Battistero, la Cattedrale, il Campo Santo e la bellissima fontana dei due Puti che reggono l’antico araldo pisano. Oggi, però, a soli pochi metri dalla famosissima piazza, sono stati rinvenuti anche i resti di alcune domus romane. In piazza Andrea Del Sarto, lo scavo archeologico diretto dal professor Fabio Fabiani del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’ateneo pisano, ha riportato alla luce i resti di una o più domus romane risalenti agli inizi del I secolo d.C.. Le antiche case dei nostri antenati presentano pavimentazioni decorate, ancora eccezionalmente conservate, e spazi scoperti, probabilmente riconducibili a giardini fiancheggiati da portici. Come rende noto il team di ricerca: “le gronde erano bordate da gocciolatoi in terracotta, di cui faceva parte un frammento di testa di leone”. L’ennesimo scenario straordinario per un area relativamente piccola ma che custodisce già ricchezze storiche e artistiche invidiateci in tutto il globo.
Due domus romane all’ombra della Torre di Pisa
Tra le stanze meglio conservate delle domus si annovera una sala da pranzo, detta triclinio, dove i Romani banchettavano sdraiati su tre letti. Sul fondo della stessa stanza, invece, attorno ad un riquadro pavimentale vi è ancora una sorta di tappeto riccamente decorato e sorprendentemente conservato. Fra i ritrovamenti esposti dagli archeologi, si registrano anche grandi quantità di frammenti di rivestimenti parietali in intonaco dipinto, i cui colori hanno mantenuto nei millenni i propri caratteri estremamente vivaci, simbolo di un notevole livello di ricchezza dei padroni di casa. Un grande quantitativo di suppellettili è stato infine rinvenuto tra le antiche mura sotterrate. Numerose stoviglie riportano l’antico marchio delle officine pisane del I secolo d.C., e ancora contenitori da trasporto per vino, olio e salse di pesce, lucerne, pedine da gioco, gemme incise e numerose monete dell’epoca. Come avvertono i ricercatori, le scoperte non sembrano però finire qui: in questa prima fase, infatti, lo scavo ha coinvolto unicamente una parte della piazza, ma i resti dell’e strutture antiche’antico abitato romano si estendono sicuramente in tutta la zona. Molto probabilmente, quindi, le domus appena scoperte appartenevano al quartiere residenziale al quale appartenevano le già scoperte abitazioni della vicina Piazza dei Miracoli. Proprio in questa zona, duemila anni fa scorreva l’antico fiume Auser, oggi scomparso, che insieme all’Arno caratterizzava la Pisa romana.
Il fiume scomparso della Pisa romana
Oltre a quello già scavato nei pressi della stazione di Pisa San Rossore, dove sono stati ritrovati diversi relitti di imbarcazioni romane, gli scavi in Piazza del Sarto stanno sondando nel sottosuolo un ulteriore tratto dell’antico fiume. Tra il fango e le sabbie dell’antico alveo dell’Auser, gli archeologi hanno recuperato grandi quantità di “contenitori da trasporto, merci di vario tipo e frammenti del fasciame ligneo di antiche imbarcazioni”. Con il tramonto dell’Impero Romano, l’area venne progressivamente abbandonata fino al IV secolo d.C., quando sulle rovine delle antiche domus i pisani tornarono a vivere. A riprova di questo si trovano i resti di muri e pavimenti in terra battuta e le ceramiche recuperate grazie allo scavo. La stessa area, ormai diventata periferica tra il IV e il V secolo d.C., divenne una necropoli di umili sepolture, mentre, tra il VI e VII secolo d.C., la zona divenne luogo di deposito e recupero di materiali per le nuove costruzioni cittadine. Proprio in questo frangente storico, i pisani iniziarono a “saccheggiare” le antiche mura delle domus, così da recuperarne le pietre. “Le tracce di questo intervento – riferiscono ancora gli archeologi che stanno esaminando il sito – sono lunghe e profonde trincee che attraversano tutto lo scavo”. Fortunatamente, almeno nella maggior parte dei casi, oggi l’uomo non necessità più di rimediare i materiali da costruzione da antiche e preziose rovine; e l’iconica Torre di Pisa presto forse potrà vantare ai suoi piedi l’ennesima attrazione culturale che racconti la storia di questa città.
Andrea Bonazza
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