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ArciLesbica fa infuriare il mondo Lgbt: “Buon 8 marzo solo alle donne”

by Ilaria Paoletti
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ArciLesbica

Roma, 8 mar – ArciLesbica nazionale fa incazzare – di nuovo – la comunità Lgbt, piena di valori “gender fluid” di inni alla transizione sessuale. E lo fa proprio oggi, in occasione dell’8 marzo con la “scusa” di celebrare le donne.

ArciLesbica: “Buon 8 marzo, trans non ledano donne”

Questa mattina sulla pagina Facebook di ArciLesbica nazionale è stata infatti pubblicata una locandina, accompagnata da un messaggio molto semplice: “Buon 8 marzo”. D’altronde, la grafica dice tutto. “Siamo per: l’abolizione universale dell’utero in affitto; la centralità del legame materno come primario nell’interesse del minore; il diritto delle persone trans all’esercizio dei diritti sociali civili e politici che non ledano i diritti delle donne“. Nella stessa grafica, le donne di ArciLesbica si dicono “contro”: “L’utero in affitto; l’auto-certificazione di genere; il blocco della pubertà dei minori non conformi alle norme di genere”.

Vecchie ruggini col mondo trans e gay

Insomma, questo augurio per la festa della donna di ArciLesbica arriva con dei “distinguo”, cosa che non manca di notare Gay.it, che le accusa apertamente di discriminazione nei confronti dei trans e di chi non si ritrova nel suo “genere”. D’altronde non è la prima volta che l’associazione delle lesbiche italiane arriva allo scontro aperto col resto della comunità Lgbt. Vecchie ruggini, già del 2017, nate dalla decisione di ArciLesbica di condividere un articolo in inglese il cui titolo recita: “Io sono una donna. Tu sei una donna trans. E questa distinzione conta”. Bastò questo per vederle accusate di transfobia. Per non parlare poi della perculatio riservata a Ellen (ora Elliot) Page, che annunciò di aver cambiato sesso – o forse solo di non essere più donna, non abbiamo ancora capito. Per rimanere in casa nostra, poi, è memorabile la polemica tra ArciLesbica e il resto del mondo gay in seguito alla morte di Maria Paola Gaglione, innamorata di un trans – ovvero di una ragazza che si vestiva e si “sentiva” uomo. Le lesbiche si ostinavano a chiamarlo “Cira”, in quanto a tutti gli effetti ancora una donna. In un giorno di celebrazione come l’8 marzo, che vede al centro del palcoscenico le donne, ArciLesbica sembra difendere una posizione tutto sommato razionale: che le donne sono donne, e non lo è chi semplicemente ci si “sente” o chi arriva a diventare qualcosa di simile ad una femmina tramite cure farmacologiche e chirurgia estetica. Il voler inserire a tutti i costi trans e gender confusi nella celebrazione sembrerebbe essere, per ArciLesbica, attività che “ledono i diritti delle donne”. E in un momento storico come questo, in cui a perdere il lavoro e la dignità sono state per lo più le donne “comuni“, nel cortocircuito arcobaleno, ci tocca dare ragione a loro.

Ilaria Paoletti

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Hans 8 Marzo 2021 - 5:44

Lanciafiamme e basta

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