Roma, 14 ott – La scampagnata domenicale di Enrico Letta deve aver rigenerato l’ex premier. Altrimenti non si spiegherebbe la fervida ispirazione con cui l’esponente del Pd ha addirittura riscritto la storia antica. In un suo tweet di ieri, infatti, Enrico Letta ha cinguettato: «Ho visitato e molto apprezzato all’Ara Pacis la mostra su Claudio primo Imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie. Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare». Insomma, secondo l’ex presidente del Consiglio – che ha visitato la mostra Claudio Imperatore: Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia – Claudio sarebbe stato il primo «straniero» a ricoprire la carica di imperatore romano. Peccato solo che si tratti di una colossale baggianata.
Ho visitato e molto apprezzato all’ #AraPacis la mostra su #Claudio primo Imperatore #straniero a Roma, primo di una lunga serie. Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare... pic.twitter.com/vrWEtPo6VG
— Enrico Letta (@EnricoLetta) October 13, 2019
Claudio era romano doc
Claudio, che sarà princeps dal 41 al 54, era nato nel 10 a.C. a Lugdunum, l’odierna Lione. Letta, a questo punto, si sarà detto: Lione non è in Italia, ergo Claudio era straniero. Purtroppo per l’ex premier le cose non stanno affatto così. Claudio infatti, benché nato in territorio gallico, era romano al 100%, ed era anzi il rampollo di una delle stirpi più antiche e autorevoli dell’Urbe, ossia la gens Claudia. Una schiatta gentilizia che, in quegli anni, si era addirittura fusa con la gens Iulia, quella di Cesare e Augusto (forse Letta non ricorda di aver udito al liceo una cosa chiamata «dinastia giulio-claudia»).
Lione colonia romana
Claudio, che fu sì il primo imperatore a nascere su suolo straniero, lo fece però da romano doc. Se nacque a Lugdunum, è perché il padre (Druso Maggiore) era allora lì impegnato per seguire le operazioni militari della guerra contro i Germani, di cui Druso aveva assunto il comando. In pratica, è come se il figlio di un imprenditore italiano nascesse in Cina: sarebbe italiano, non certo cinese. Ma c’è di più: Lugdunum era una colonia romana, fondata nel 43 a.C. nel cuore della provincia gallica da Lucio Munazio Planco. In quanto colonia, era dunque abitata da cittadini romani.
L’ignoranza di Enrico Letta
È lo stesso discorso, del resto, che va fatto con altri imperatori che nasceranno nelle province dell’impero. Un’ulteriore vulgata vuole ad esempio che Traiano sia stato il primo imperatore «spagnolo» nella storia di Roma, in quanto originario della provincia iberica. Il problema è che Traiano era nato a Italica, colonia il cui nome non lascia adito a dubbi. Situata non lontano da Siviglia nel sito dell’odierna Santiponce, Italica era stata fondata nel 206 a.C. da Scipione l’Africano. Tutto questo per capire quanto la storia di Roma venga forzata per presentare l’impero dei Cesari come una sorta di cosmopoli globalista ante litteram. Ma, come le bugie, anche le «bufale» e le deformazioni storiche hanno le gambe corte. Soprattutto se a scriverle è un ex premier come Enrico Letta.
Valerio Benedetti
9 comments
Enrico sTai sereno ahahahahahahah
Non dimentichiamo gli Illirici, imperatori slavo-albanesi giunti a Roma sui barconi, e neppure Eliogabalo, rifugiato siriano fuggito dalla guerra in medio oriente.
Per piegare la Storia alle bassezze della politica (e del mondo attuale) bisognerebbe prima averla studiata. O almeno… Letta.
‘gnurant
Letta non avrà letto tante cose. Magari, per lui, il provveditorato agli studi è composto da alcune persone che provvedono a fare sì che la gente studi! E poi appartiene al partito della “CULTURA”! Dal liceo, se lo ha frequentato, sara uscito con il “sei” politico. Studi alla “PEPPONE” con il “compitino” scritto e passatogli da DON CAMILLO. O , forse, e una persona coltissima, ma disonesta e in malafede. E il programmino e sempre il solito: fare ingugnare, con le buone o con le cattive, al popolino, che sembra proprio non volerne sapere, un’ autentica invasione di negracci ripugnanti, molesti e pericolosi, camuffata, (malamente), per una transumanza di profughi e rifugiati pezzenti, innocui e bisognosi, anche se puzzolenti e disgustosi.
E Letta insegna pure in una università francese? Studenti, state sereni!
E Letta sarebbe uno dei propugnatori dello ius culturae? Stiamo sereni!
(immaginate un eloquio alla Martufello ..)
Si più ‘gnurante tu de li tuoi ‘ntenati caciottari !
e si pure professore ‘niversitario ! e che c’ impari alli sctudenti tua
la tua ‘gnoranza ?
accuscì si sono stranieri pozzono domandà lo ius ‘gnoranza ???
delle due l’ una , o odia talmente l’ ITALIA da rinnegare il MILLENARIO
IUS SANGUINIS ,che FA di un ROMANO nato in gallia
(comunque all’ interno dell’ IMPERO, ed in una città FONDATA dai ROMANI ) un
cittadino ROMANO per DIRITTO DI NASCITA ,
o è solo un fesso ….
il problema della nostra Patria é la classe dirigente (familiare e nepotista)
composta fin dai nonni e bisnonni da gente INCAPACE .
Questo asino é stato Primo Ministro ! fino quando Renzi ha imparato a suonare la campanella …
Ahi serva Italia …..
Mussolini ci regalò per soli 20 anni l’ illusione di essere ritornati alla ROMA Imperiale ….
poi i burocrati Papalini sono tornati al loro posto ….Letta , Gentiloni …..
Mala tempora …
invito il Prof Sgarbi ad istituire il premio CAPRA ! CAPRA ! CAPRA ! , come
giudice monocratico o presidente di giuria di sua scelta .
per il 2019 candido letta ….
come CAPRONE alla carriera candido Er Bojaccaro rubio
Non so se Claudio fosse o non fosse il primo imperatore straniero (probabilmente la cosa vuol dire poco), ma credo che Letta pensasse al discorso di Claudio al senato riportato da Tacito, in cui giustifica l’apertura del senato alla classe dirigente della Gallia Transalpina facendo riferimento al fondatore della sua dinastia e alle sue origini sabine:
“I miei antenati, al più antico dei quali, Clauso, di origine sabina, furono attribuiti insieme la cittadinanza romana e il patriziato, mi sollecitarono di adottare gli stessi criteri nel governare lo stato, facendo giungere a Roma tutto ciò che di eccellente vi è all’estero” (Tacito, Annali, 11, 23).