Madrid, 14 ott – La Corte Suprema spagnola, con una sentenza storica, ha condannato nove leader indipendentisti catalani accusati di sedizione a una pena compresa tra 9 e 13 anni di carcere. Lo riferisce la stampa locale. L’ex vicepresidente della Generalitat (la Generalità della Catalogna), Oriol Junqueras (del partito di sinistra Esquerra Republicana), ha ricevuto la pena più alta, 13 anni, per sedizione e malversazione. La sentenza del Tribunale supremo con sede a Madrid pone fine a due anni di processo iniziato il 16 ottobre 2017 con l’arresto preventivo dei leader dell’Assemblea nazionale catalana (Anc) e Òmnium Cultura, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart. Due settimane dopo, l’ufficio del procuratore generale presentò una denuncia contro l’intero governo di Carles Puigdemont e i membri dell’Ufficio di presidenza del Parlamento che avevano autorizzato il voto per la dichiarazione unilaterale di indipendenza il 27 ottobre. L’allora presidente e cinque consiglieri fuggirono dalla Spagna, mentre le autorità spagnole arrestarono Junqueras e altri sei membri del governo.
Le condanne
La condanna per sedizione punisce una rivolta pubblica contro l’autorità. Nessuno degli imputati è stato invece condannato per il reato più grave, la ribellione, che si verifica solo quando c’è un uso della violenza finalizzato a rovesciare l’ordine costituzionale. Quattro ex ministri sono stati condannati anche per il reato di malversazione, cioè gestione illecita di fondi pubblici. Altri tre imputati, gli unici che non si trovano in carcere preventivo, sono stati condannati solo per il reato di disobbedienza.
Il processo
Il Tribunale supremo si occupa del caso dei 12 leader indipendentisti a processo, nove dei quali in detenzione preventiva, dallo scorso mese di febbraio. Oltre a Junqueras, Sànchez e Cuixart, si tratta degli ex consiglieri Dolors Bassa, Joaquim Forn, Raül Romeva, Jordi Turull e Josep Rull, e dell’ex presidente del Parlamento Carme Forcadell. La Corte ha respinto tutte le richieste di messa in libertà avanzate dai legali della difesa prima e durante il processo, ma anche quelle presentate alla fine del processo, in attesa della sentenza. Il processo è durato 52 sessioni mattutine e pomeridiane, si è protratto per quattro mesi ed è stato completamente trasmesso online attraverso il sito web del Consiglio Generale della Magistratura (Cgpj). Lo streaming del sito web del Consiglio ha registrato oltre un milione di accessi. La sessione più seguita, secondo El Pais, è stata quella che ha visto protagonista l’ex capo del Mossos (la polizia regionale catalana), Josep Lluís Trapero, che dovrà rispondere dell’accusa di ribellione, nel prossimo mese di gennaio, davanti l’Audiencia National.
La difesa annuncia ricorso
La difesa degli imputati ha già annunciato che farà ricorso contro la sentenza della Corte, percorrendo le uniche due strade possibili: l’appello alla Corte costituzionale per violazione dei diritti fondamentali e la richiesta di intervento della Corte europea dei diritti umani, con sede a Strasburgo.
La sentenza avrà un grosso impatto sulla campagna elettorale in corso in Spagna, in vista delle elezioni anticipate del 20 novembre. E potrebbe avere ripercussioni di ordine pubblico visto che ora gli indipendentisti catalani saranno sul piede di guerra.
Adolfo Spezzaferro