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Eroi dimenticati: Rodolfo Psaro, l’alpino ligure delle due guerre

by Tommaso Lunardi
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rodolfo psaro

Roma, 15 dic – “Sempre più in alto” è il motto del 7° Reggimento Alpini. La storia di questo reggimento è famosa, piena di atti di eroismo e di pluridecorati personaggi che, spesso, la storia ha dimenticato troppo presto. Tra questi vi era anche Rodolfo Psaro, eroe della campagna di Grecia.

La Grande Guerra

Rodolfo Psaro nacque a La Spezia il 6 novembre 1882 ma visse per molti anni in Lombardia, a Brescia, nella quale città frequentò il locale liceo. Nel 1912, mentre infuriava la campagna di Libia, si arruolò nel Regio Esercito terminando l’Accademia nel luglio del 1914, appena undici mesi prima che scoppiassero le ostilità anche nella nostra nazione. La prima azione bellica di Rodolfo Psaro fu quella durante la quale rimase ferito, sul Veliki Kribak, un vero e proprio campo marzio per molti eroi della prima guerra mondiale.

Finita la guerra, Psaro venne promosso capitano e venne mandato in Albania per seguire un addestramento speciale riservato esclusivamente alle truppe d’assalto. Dopo aver terminato questo corso, nel 1920, venne inquadrato all’interno del 6° Reggimento degli Alpini prima ed, in seguito, affidato al comando del 7° Reggimento.

Il tenente colonnello

Dopo aver frequentato vari corsi negli anni ’30, Rodolfo Psaro venne promosso a tenente colonnello e gli venne affidata la divisione alpina Tridentina. La sua avventura bellica varò subito sul fronte greco – albanese, un territorio che lui conosceva molto bene e in cui gli Alpini dimostrarono il loro grande valore.

Comandò la Feltre, la Cadore e la Belluno quando l’8 dicembre 1940 venne ucciso da un agguato nemico mentre conduceva i suoi uomini nell’entroterra dell’Epiro. A lui venne conferita una medaglia d’oro al valor militare: “Con i suoi battaglioni Feltre e Cadore sosteneva valorosamente e vittoriosamente l’urto di preponderanti forze nemiche. Nell’immediata azione di contrattacco, da lui sferrato e guidato con perizia e audacia per stroncare la baldanza nemica, cadeva colpito mortalmente alla testa dei suoi magnifici alpini. Superba figura di soldato e di eroico comandante, esempio fulgitissimo di ardimento, disprezzo del pericolo e di obbedienza alla santa legge della Patria”.

Tommaso Lunardi

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