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La Orwell svedese che profetizzò l’avvento dello Stato mondiale

by Matteo Fais
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Karin Boye

La storia della letteratura segue sovente strani percorsi ma, sul lungo termine, è difficile che chi ha scritto delle opere importanti non arrivi in qualche modo a guadagnarsi un suo spazio e un degno riconoscimento. È il caso di Karin Boye, autrice svedese, che nel 1940, ben otto anni prima del più famoso – e, soprattutto, anglofono – Orwell, dava alle stampe una straordinaria distopia, Kallocaina: il siero della verità, recentemente riportata sugli scaffali da Iperborea Edizioni.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di marzo 2023

La trama è costruita intorno alle memorie di Leo Kall, chimico sotto un regime detto lo Stato mondiale, in quella che oggi si definirebbe come una società del controllo. Egli lavora a un siero, la Kallocaina appunto, capace di generare uno stato di ebbrezza e disinibizione totali nei soggetti ai quali viene somministrato, inducendo anche il più reticente e timoroso a confessare i propri atti di stampo antisociale, così come i semplici pensieri o desideri che possano andare a ledere l’adesione incondizionata e gioiosa al Sistema: «Neanche i nostri pensieri più intimi ci appartengono più, come a torto abbiamo creduto per molto tempo. […] Da pensieri e sentimenti nascono parole e azioni. Come possono, dunque, pensieri e sentimenti essere una questione privata? Non appartiene ogni soldato interamente allo Stato? E a chi dovrebbero appartenere allora pensieri e sentimenti, se non allo Stato? Finora semplicemente non era possibile controllarli – ma da adesso in poi ne abbiamo il mezzo».

Leggi anche: «Hitler è accattivante (ma lo ucciderei)». Parola di George Orwell

La profezia di Karin Boye

Il romanzo è soprattutto una riflessione sui nefasti effetti che possono generarsi dall’idolatria di concetti quali Stato, società e comunità: «Dall’individualismo al collettivismo – dalla solitudine allo spirito comunitario, questo era stato il cammino di quel gigantesco e sacro organismo, in cui il singolo non era che una cellula senza altro scopo che servire la totalità dell’insieme». L’individualità è annichilita, costantemente posta sotto osservazione, finanche in casa – a mezzo di collaboratrici domestiche – e tramite degli occhi posti sul muro, collegati direttamente alla Polizia. Finanche i bambini sono vittime di un…

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