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La Piramide de los italianos: studiare la storia per non ridursi ad abbatterla

by Marco Battistini
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Roma, 25 feb – Vi abbiamo parlato pochissimi giorni fa dell’interessamento da parte del senatore Roberto Menia (Fratelli d’Italia) sul destino di quella che in Spagna chiamano Piramide de los italianos. Il monumento sepolcrale, sito nel nord del paese iberico a poche decine di chilometri dal Golfo di Biscaglia, opera unica nel suo genere da quelle parti, rischia infatti di finire sotto i colpi distruttivi delle ruspe “democratiche”. Volenti o nolenti, l’ex ossario – inaugurato nel ‘39 alla presenza di Galeazzo Ciano ma oggi vuoto e desolatamente abbandonato – rimane testimonianza di un’importante pagina di storia. Spagnola, italiana, quindi europea. Materia, quella dell’indagine critica su fatti ed avvenimenti umani, che andrebbe studiata e mai abbattuta.

Leggi anche: Spagna, patrioti italiani e spagnoli manifestano contro l’abbattimento della Piramide de Los Italianos

La guerra civile spagnola

Sanguinoso e cruento come solo una guerra civile sa essere. Combattuto nella penisola iberica tra il luglio del 1936 e la primavera del 1939, il conflitto interno spagnolo è ancora tema di accesi dibattiti. Nazionalisti – supportati da italiani e tedeschi – contro repubblicani, armati dall’Unione Sovietica. Anime incendiate da visioni del mondo inconciliabili. Nell’estate del ‘37 i “rossi” controllavano ancora Madrid e – da Barcellona a Malaga – gran parte delle coste mediterranee. I franchisti invece, oltre al protettorato marocchino, gestivano tutti i territori confinanti con il Portogallo e, fino a Saragozza, la parte Nord del paese. Ad esclusione di una stretta lingua costiera che da Bilbao arrivava a Gijon. Tra queste città anche Santander rimaneva repubblicana.

La battaglia di Santander

Soprattutto per il morale delle truppe contrapposte, in quei mesi la Cantabria fungeva da ago della bilancia. Con forze impegnate nella regione numericamente equivalenti, i repubblicani sorvegliavano però le cime più alte della locale Cordigliera. Un vantaggio iniziale logorato dalle divisioni interne e annullato da un’insufficiente catena logistica che rendeva difficoltoso l’approvvigionamento di viveri e materie necessarie. Contrasti campanilistici (se così vogliamo definirli) “sconosciuti” ai nazionalisti, nelle cui fila italiani e spagnoli combattevano organicamente come un’unica unità. Preparazione militare, organizzazione, coesione e convinzione fecero la differenza: il successo franchista sul fronte del Nord fu tanto strategico quanto clamoroso.

La Piramide de los italianos

Per onorare il sacrificio dei tanti italiani caduti in questa battaglia il Caudillo ordinò la costruzione di un mausoleo nei pressi di Puerto del Escudo. L’opera, la Piramide de los italianos, ha ospitato fino ai primi anni ‘70 i resti dei nostri connazionali – oggi sepolti tra Saragozza e la madrepatria. Lasciato all’incuria nonché all’opera di vandali e sciacalli, conserva ancora l’imponente M (sopra l’ingresso) e, all’interno, una triplice scritta maiuscola. Presente, presente, presente. Una statua marmorea della Vittoria mai arrivata a destinazione avrebbe dovuto completare il monumento.

La storia, un’infinita scala di colori

La storia – e il suo tortuoso percorso – non può semplicisticamente ridursi a una lotta del bene contro il male. Tanto più quando si parla di eventi bellici. Tra il bianco e il nero delle sue pagine troviamo un’infinita scala di colori: sono uomini e donne che, facendo sempre una scelta, hanno contribuito a vergarla con il loro sacrificio. Con quest’ultimo, spesso pagato in termini di sangue. Come quello versato dai militari italiani in terra spagnola.

Fin dall’Antico Egitto la forma piramidale – in particolare nella sua versione a gradoni – ha sempre materializzato la propensione umana di raggiungere gli dèi (o quanto meno avvicinarsi). Una volontà tutta verticale, linguaggio incomprensibile ai predicatori del piatto verbo globalista. Ovvero (anche) all’esecutivo di centro-sinistra che oggi governa la Spagna. Se le pratiche per la demolizione della Piramide de los italianos dovessero effettivamente procedere, non ci stupiremmo. Accanirsi contro chi non può (più) difendersi è molto meno faticoso che aprire un libro e mettersi a studiare. Ovvero predisporre i dovuti lavori di recupero, e – al netto di ogni partigianeria – raccontarla in loco, questa storia. Il governo italiano batta un colpo.

Marco Battistini

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1 commento

fabio crociato 25 Febbraio 2023 - 5:36

Segnalo che dietro il termine repubblicani va considerata ben altra realtà sostanziale, l’ internazionalismo, ovvero la egemonia orizzontale pro capitalismo di stato globalista ora sempre più pressante. Altrimenti tutto è meno comprensibile, specialmente oggi.
(Non a caso per pararsi il culo, schermare, hanno inventato poi la inesistente internazionale nera).

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