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Ma quale americana, la carbonara è nata in Umbria: ecco la ricetta ritrovata

by Alessandro Della Guglia
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carbonara, umbria

Roma, 6 apr – Fermi tutti, la carbonara non è affatto un’invenzione americana: è nata in Umbria negli anni Trenta del secolo scorso. E’ quanto dimostra una ricetta pubblicata nel 1931 sulla prima edizione della Guida Gastronomica d’Italia edita dal Touring Club italiano e curata da Arturo Marescalchi. La prima in assoluto che mostra un piatto di pasta, chiamato “strascinati”, in cui si usavano “uova frullate” e “grasso e magro di maiale”. Non esattamente la carbonara odierna, faranno notare i più puntigliosi, di sicuro però un antenato di uno dei “primi” maggiormente caratteristici della cucina laziale e romana in particolare. A mostrare il “documento” ritrovato, è oggi Repubblica, con un articolo in cui viene mostrata la primigenia ricetta.

La carbonara è nata in Umbria: la ricetta ritrovata

Crolla insomma la cosiddetta ipotesi anglosassone, alimentata dalla mancata presenza della carbonara nel classico manuale di cucina romana di Ada Boni, pubblicato nel 1930. Perché è senz’altro vero che un piatto simile alla carbonara viene menzionato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo all’arrivo delle truppe alleate a Roma nel 1944, quando nei mercati romani comparve il bacon portato appunto dagli Stati Uniti. Eppure, come dimostrato nel suddetto testo, già nel 1931 la guida del Touring Club descrive nel dettaglio una ricetta che può essere considerata la nonna della carbonara e che era in voga a Cascia, in provincia di Perugia. “Gli strascinati, di pasta all’uovo sottile che si avvolge su dei ferri da calza, risultandone così delle specie di maccheroncini forati; si fanno lessare e poi cuocere ancora con uova frullate, formaggio, soffritto di salsiccia, grasso e magro di maiale e pepe; si servono caldi appena le uova si sono rapprese”.

Vada pure con la salsiccia

Oltretutto, come fatto notare nel pezzo di Repubblica, “la presenza della salsiccia non deve far gridare allo scandalo, perché anche per la carbonara, per tutti gli anni ‘50 vigeva l’indeterminatezza assoluta sul tipo di salume da utilizzare. Solo per citare alcune ricette, nella prima in assoluto (1952) era pancetta stesa, come anche nella prima ricetta italiana del 1954; lo stesso anno i ristoranti “Il buco” e “Tre scalini” di Roma usano un misto di prosciutto e pancetta (ai Tre scalini, con l’aggiunta di funghi). Ancora a metà degli anni ‘50, la romanissima attrice Marisa Merlini stupisce i propri ospiti con una favolosa carbonara condita con il San Daniele”.

C’è poi un altro dato da considerare, anche Monteleone di Spoleto, a circa 15 chilometri da Cascia, rivendicano la paternità della carbonara. Gli abitanti del posto la fanno risalire addirittura all’epoca medievale, legandola per l’esattezza all’assedio della città e del castello di Vetranola, con il piatto che sarebbe citato in un’antica cronaca del tempo. Sia come sia, sempre di Umbria parliamo. Altro che americani.

Alessandro Della Guglia

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