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“Non esiste traccia storica della Pinsa, ho inventato tutto”. L’ammissione del fondatore (Video)

by Davide Romano
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pinsa romana corrado di marco

Roma, 16 lug – Anche le cose nuove hanno bisogno di un “mito di fondazione”, di rivendicare una certa nobiltà delle origini. E’ il caso della “Pinsa romana”, prodotto che in questi anni ha creato più di un fraintendimento. In diverse occasioni noi romani, magari recandoci in altre regioni d’Italia, ci siamo sentiti dire: “Ma come, sei romano e non conosci la Pinsa?”. Eppure anche ripensando a quando eravamo bambini la memoria andava magari alla pizza del fornaio o a quella delle classiche pizzerie a taglio della Capitale. Della Pinsa nessun ricordo. Allora ecco lì la spiegazione: è una ricetta dell’antica Roma, rivisitata poi in chiave moderna. A testimonianza di questa teoria ci sono numerose fonti su internet, decine di siti che parlano di questa antica focaccia dei romani.

Wikipedia e la Pinsa nell’Eneide

Addirittura Wikipedia, alla voce “origine del prodotto”, dice: “Tipica della cucina romana, era già nota nell’antica Roma ed è stata, come tuttora, una pietanza molto diffusa anche in epoca moderna nelle trattorie romane, spesso utilizzata per accompagnare taglieri di salumi e formaggi al posto del pane. La focaccia veniva preparata dalle antiche popolazioni laziali con una miscela di diversi cereali impastati con acqua e sale, quindi stirata, stesa, allungata (pinsere) e cotta su pietra sopra i carboni ardenti. Nel VII libro dell’Eneide (I secolo a.C.) di Virgilio troviamo alcuni tra i primi riferimenti a questo tipo di alimento che Enea, insieme al figlio ed ai suoi comandanti, mangiò appena arrivato nelle zone rurali delle campagne laziali, accolto dal re Latino e sua figlia Lavinia”.

Le vere origini della Pinsa

Insomma gli ignorantoni saremmo noi, la Pinsa viene citata addirittura nell’Eneide, per non parlare dell’antica origine latina dal verbo pinsere, allungare, che spiegherebbe anche la forma ovale e non tonda della Pinsa. Una bella storia, peccato che sia tutto, semplicemente…falso! Come direbbe Manuel Fantoni: “Nun è vero niente. T’ho raccontato un sacco de fregnacce”. Così suona più o meno l’intervista pubblicata su YouTube da Marco Montuori all’inventore della Pinsa, il tecnico pizzaiolo Corrado Di Marco. Le origini della Pinsa non risalgono dunque a qualche secolo avanti Cristo, ma più prosaicamente al 1981. E’ in quell’anno che Di Marco afferma di aver inventato “il mix Pizzasnella prodotto specifico per la Pizza in Teglia alla Romana che stravolge il mercato delle pizzerie a taglio. Per la prima volta furono eliminati i grassi negli impasti e si dava vita alle lunghe lievitazioni, prediligendo un prodotto digeribile e fragrante, una vera e propria rivoluzione nel mondo della Pizza”, si legge sul sito della sua azienda.

 

Dal 2001 Pinsa romana è un marchio registrato

La rivoluzione di Di Marco viene compiuta nel 2001, quando registra il marchio Pinsa romana e definisce in modo chiaro gli ingredienti e la preparazione del prodotto, basato su un impasto reso particolarmente digeribile grazie ad un particolare mix di farine. Nel 2007 si assiste ad un vero e proprio boom della Pinsa, con l’apertura in Italia e all’estero di migliaia e migliaia di “pinserie”. La storia sulle origini inventata da Di Marco è talmente credibile, con un nome derivato da un verbo latino, che la parola “pinsa” si volgarizza e diventa quasi un equivalente di pizza, un nome comune, mentre era in realtà un marchio registrato (da pochi anni non lo è più).

“Ho inventato tutto”

E così, dopo quasi un ventennio e un successo globale, ora Di Marco può permettersi tranquillamente di rivelare come le antiche origini della Pinsa siano state solo una geniale trovata di marketing: “Ho inventato tutto, non c’è traccia storica della Pinsa. Non esiste, è una storiella che ho inventato per rendere appetibile il nuovo prodotto”. Insomma ci troviamo di fronte ad un incredibile caso di comunicazione. Una storia inventata di sana pianta, una “fake news” si direbbe oggi, diventata reale grazie alle migliaia di informazioni, di articoli, di spiegazioni, che in questi anni si sono sedimentati su internet. Centinaia e centinaia di siti hanno autoalimentato una bufala a tal punto da ottenere “l’ufficialità” della voce di Wikipedia e di altri portali ritenuti più attendibili. Niente origini mitiche dunque, ma onore al merito del pizzaiolo Di Marco, capace di costruire un impero grazie ad un buon prodotto e ad una bella storia.

Davide Romano

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4 comments

Le sorti dell’Italia, da Totò a Luigi Di Maio .. per finire con Corrado e Michele di / De Marco. Ciardullo, Storia della Pinsa romana, pizza, Napoli, Antonio de Curtis, Aurelio Fierro, Roma, Calabria – vraie55 16 Luglio 2020 - 11:35

[…] “Non esiste traccia storica della Pinsa, ho inventato tutto”. L’ammissione del fondatore (Vide… […]

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rino 17 Luglio 2020 - 3:46

Sentii subito la puzza di “sòla” non appena seppi che tra le miscele di farine che compongono la pinsa compare anche la farina di soia. E da dove la prendevano la soia gli antichi romani??

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lia 19 Luglio 2020 - 1:51

e magnatela tu’ sta schefezza de pinsa.io voglio la pizza napoletana acqua e farina

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Le migliori pinse di Roma, cinque locali dove assaggiare la specialità tipica - Puntarella Rossa 1 Dicembre 2020 - 2:13

[…] ce ne sia traccia persino nell’Eneide. In realtà non esistono prove, anzi, a dire il vero, ad ammettere che si è trattato di una trovata pubblicitaria è stato lo stesso Corrado Di Marco, il tecnico pizzaiolo che ne creò l’impasto registrandone il […]

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