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Eccezionale scoperta a Pompei, riaffiora tomba con corpo semi mummificato

by Cristina Gauri
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tomba pompei

Roma, 17 ago — Dal Parco archeologico di Pompei emerge un’altra straordinaria serie di reperti: il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e Llorenç Alapont dell’Università di Valencia annunciano la scoperta di una tomba con una camera per l’inumazione, in un periodo storico in cui nella città i cadaveri venivano sempre cremati. Nella sepoltura è stato rinvenuto il corpo del defunto, parzialmente mummificato, e un’iscrizione che conferma l’utilizzo della lingua greca nei teatri della colonia. Esulta il ministro Franceschini: «Pompei non finisce di stupire, si conferma una storia di riscatto e un modello internazionale». «Da questa scoperta ci si aspetta tantissimo», afferma Zuchtriegel. Sui reperti sono al lavoro un team multi disciplinare di scienziati

L’uomo con i capelli bianchi nella tomba di Pompei

La tomba, riportata alla luce grazie a una campagna di scavi condotta dell’Università Europea di Valencia, è a recinto e presenta una facciata decorata da piante verdi su fondo blu. Costruita subito all’esterno del varco di accesso di Porta Sarno, risale a qualche decennio prima dell’eruzione del Vesuvio. Straordinaria anche la conservazione del defunto: appare parzialmente mummificato, avvolto da piccole porzioni di tessuto e presenta un orecchio conservato e i capelli bianchi.

«Uno degli scheletri meglio conservati della città antica», specifica Zuchtriegel. I primi esami compiuti sul corpo rivelano che l’uomo «Doveva avere più di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti». Un elemento compatibili con le caratteristiche del suo nome, tipico degli ex schiavi pubblici utilizzati per mansioni di custodia o amministrativi: Marcus Venerius Secundio, che secondo le iscrizioni fu prima custode del Tempio di Venere e minister degli augustali e infine, una volta raggiunto lo status di liberto anche Augustale.

Un ex schiavo che viveva nell’agio

Per potersi permettere una tomba di quelle dimensioni in un luogo di assoluto pregio il nostro uomo doveva avere raggiunto un certo agio economico dopo la propria liberazione. L’iscrizione del sepolcro parla infatti di avere dato «ludi greci e latini per la durata di quattro giorni».

«Ludi graeci è da intendere come spettacoli in lingua greca — commenta Zuchtriegel — è la prima testimonianza certa di esibizioni a Pompei in lingua ellenica, ipotizzate in passato sulla base di indicatori indiretti. Abbiamo qui un’altra tessera di un grande mosaico, ovvero la Pompei multietnica della prima età imperiale, dove accanto al latino è attestato il greco, all’epoca la lingua franca del Mediterraneo orientale. Che si organizzassero anche spettacoli in greco è prova del clima culturale vivace e aperto che caratterizzava l’antica Pompei, un po’ come l’esibizione straordinaria di Isabelle Huppert nel Teatro Grande poche settimane fa, in lingua francese, ha dimostrato che la cultura non ha confini».

Perché l’inumazione?

Si dibatte infine sulla tecnica di sepoltura: piuttosto insolita per l’epoca e la zona geografica, dove era consuetudine — con l’eccezione dei bambini — bruciare i cadaveri. Gli studiosi ipotizzano che l’ex schiavo fosse arrivato da qualche località remota dell’impero romano o da Roma «dove in quel periodo alcune famiglie continuavano a praticare l’inumazione, cosa che diventerà poi usuale dal secolo successivo». Secundio nella tomba non era solo: alle spalle della cella sigillata nella quale era conservato il corpo mummificato, gli archeologi hanno trovato un urna in vetro appartenente ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la moglie del defunto.

«I resti umani e organici trovati nel recinto funerario di Porta Sarno sono stati trasportati al Laboratorio di Ricerche Applicate nel sito di Pompei per sottoporli a interventi di analisi e di conservazione», fa sapere il sito del Parco di Pompei. Per potere ammirare lo straordinario ritrovamento si dovrà tuttavia attendere. «Al momento purtroppo non è possibile perché il terreno su cui si trova è al di là della ferrovia Circumvesuviana, ma è solo una questione di tempo — spiega Zuchtriegel — siamo al lavoro su uno studio di fattibilità».

Cristina Gauri

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