Roma, 30 gen – Vorrei provare a prospettare una mia lettura di quanto realmente accaduto in Emilia Romagna con le votazioni di domenica scorsa. La via regia – Hegel docet – sta nel pensare con la propria testa, tenendosi a distanza di sicurezza dalle piste preordinate del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, ma poi anche dalle “tifoserie” da stadio che caratterizzano l’odierno grado zero della politica.
La Lega questa volta lontana dal territorio
Se Bonaccini ha vinto, ciò è accaduto per più ragioni. In primis, ha fatto lui, e non la Lega, una politica di identità dei territori e delle tradizioni. Si è, per così dire, rivelato un populista di sinistra. In ciò opponendosi alle risibili tendenze cosmopolite e demofobiche della new left fucsia. La strategia è stata vincente, anche perché la Lega, il tradizionale partito del radicamento e dei territori, non ha puntato né sul radicamento, né sui territori: ha preferito impostare in chiave nazionale elezioni che erano regionali. A ciò si aggiunga che la Lega ha da tempo rinunziato a parlare di uscita dall’euro e di sovranità economica, addirittura scadendo in ridicoli elogi di Draghi e di indecorosi appoggi dell’imperialismo Usa in Iran: così facendo, la Lega duplica il Pd. Ma l’originale, anche nell’essere servi dei mercati, è sempre migliore. E così è stato.
Non sfugga, inoltre, la differenza di toni tra Bonaccini e la Lega. Pacato e garbato, il primo. Aggressiva e quasi in tenuta da crociata, la seconda. Con derive penose come gli abbracci ai salumi e le citofonate da giustizia fai da te (mai una citofonata, però, ai padroni della finanza). Il popolo, la gente normale, quella che in larga parte ha votato Lega, non apprezza questi toni da crociata e da fanatismo permanente. E lo dimostra votando l’altera pars. Non si trascuri, poi, l’elemento dirimente. Che è quello rappresentato dalle Sardine, il prodotto in scatola del potere globalcapitalistico. Le Sardine, non per caso, hanno ricevuto la benedizione, nell’ordine, da Monti, dalla Fornero e, dulcis in fundo, da Soros. E v’è ancora qualche fesso che pensa che siano una “ventata d’aria fresca” o un “movimento spontaneo”. In questi casi, non è mai chiaro il confine tra stupidità e tradimento.
Sardine asso nella manica della new left fucsia
Le Sardine – lo ripeto – sono l’asso nella manica, l’extrema ratio di una new left fucsia agonizzante e ormai identificata per ciò che realiter è: il braccio politico e (sub)culturale del potere globalcapitalistico e della sua classe di riferimento di cinici finanzieri, usurai senz’anima e bancocrati apolidi. Le Sardine, non mi stancherò di ripeterlo, lottano contro tutto ciò che possa opporsi al potere dominante del capitale liquido-finanziario. La loro lotta contro il populismo, sempre invocato, è la lotta contro il popolo condotta dalla power élite cosmopolita.
La Lega ha perso, dunque, per più ragioni. In parte, come ho detto, per una sua responsabilità. Non ha saputo intercettare davvero le istanze populiste dei luoghi e delle identità, di cui invece si è appropriato Bonaccini. In parte, la Lega ha perso per l’intervento eterodiretto delle Sardine. Una cosa è chiara. La partita era decisiva e la Lega non l’ha vinta, contrariamente a quanti – anche qui: stupidità o tradimento? – vanno ripetendo che è stato un trionfo di Salvini. Se perdi 5 a 3 anziché 5 a 1 non hai vinto, né trionfato: hai comunque perso. Per citare il noto detto stoico, si affoga egualmente, se la testa è sommersa: e nulla cambia che lo sia di 10 centimetri o di 100 metri.
Una cosa è altresì certa. Il modello Sardine ha funzionato e verrà replicato. Il potere ha trovato la sua nuova strategia per dominare il dissenso, per incanalarlo verso la tenuta del potere stesso.
Diego Fusaro
1 commento
Interessante, ma aggiungerei la evidente dualità tra la psiche economica-poltica del cittadino metropolitano rispetto al “rurale”, la differenza tra l’ uomo di pianura e l’ uomo di montagna o di mare; insomma gli aspetti “logistici” diversi che comportano comprensioni diverse… Le Sardine potenziano solo la militanza e la volontà di voto di parte…
Buon lavoro!