Roma, 20 dic – Farsi i selfie con i braccianti, entrare con le calosce in parlamento, rivendicare il diritto alla moda e all’eleganza. Può essere riassunta così la parabola di Aboubakar Soumahoro, il gatto con gli stivali che ha messo tutti quanti nel sacco. Il paladino dei diritti dei migranti, pompato ad arte da una sinistra alla disperata ricerca di «eroi», si è sgonfiato nel giro di un paio di giorni, non appena si è scoperto dell’inchiesta sulla Coop gestita da moglie e suocera. Difficile, del resto, predicare giustizia nei campi di pomodoro e poi tenersi accanto la Ferragni del Ruanda, cioè una consorte che fa l’influencer sui social con accessori di lusso. Con tanti saluti ai poveri migranti lasciati senza cibo e riscaldamento nelle catapecchie gestite da mamma Karibù.
Soumahoro uomo dell’anno
Insomma, per il Primato Nazionale, l’uomo dell’anno è indiscutibilmente lui: Aboubakar Soumahoro. Non tanto, però, per la sua vicenda personale (grottesca e disgraziata), quanto perché il «cavaliere stivalato» è stato trasformato dalla sinistra in un simbolo. E, in quanto tale, è naturale che ora sia assurto a emblema di un sistema criminogeno che noi chiamiamo, a ragion veduta, «business dell’accoglienza». Gli sponsor di Soumahoro, che l’hanno prontamente scaricato, stanno ora tentando in tutti i modi di dipingerlo come una «mela marcia». Eppure, come scrive il direttore del Primato Nazionale Adriano Scianca nel suo editoriale, «non esistono mele marce, esiste un albero fradicio, da estirpare alle radici». L’albero, appunto, delle cooperative che lucrano sulla pelle dei disperati.
La cupola dell’accoglienza
Ecco allora che il focus del nuovo numero del Primato è dedicato al fenomeno dell’immigrazione clandestina e a coloro che ne traggono profitti da capogiro. A partire dalle Ong, che si presentano come «umanitari» che salvano i migranti in mare, ma che poi hanno spesso contatti inquietanti con scafisti e trafficanti di essere umani, come ha denunciato la Marina militare italiana nel caso di Open Arms. La «cupola dell’accoglienza», insomma, ha molte teste e molte mangiatoie, che vanno ben oltre la vicenda Soumahoro. Oltre a un’inchiesta approfondita di Francesca Totolo, il Primato Nazionale ha quindi gettato luce su tutti gli affari loschi di associazioni, cooperative e sedicenti filantropi che si arricchiscono con questo giro d’affari multimiliardario. Da segnalare, in particolare, una bella intervista a Edoardo Gagliardi, giornalista di Byoblu che ha dato da poco alle stampe un volume che legge a 360 gradi il fenomeno dell’immigrazione di massa verso l’Italia e l’Europa.
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I contenuti del Primato Nazionale
Oltre al focus, il Primato Nazionale è come sempre ricco di inchieste, rubriche e approfondimenti culturali che spaziano dalla politica all’economia, dalla storia alla letteratura, dagli esteri alla filosofia. Una menzione speciale merita un articolo di Adriano Scianca sul coma profondo in cui è attualmente piombata la sinistra. Che, tra scandali e batoste elettorali, sembra incapace di rispondere alle sfide del presente, anche e soprattutto a livello comunicativo. Questo mese, inoltre, è possibile acquistare in abbinamento alla rivista l’ultimo volumetto della collana «I Grandi Italiani», dedicato a Giuseppe Verdi, il cantore della patria. La vera colonna sonora del nostro Risorgimento nazionale.
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