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Il Sole dell’Impero, quando un romanzo avvincente è un capolavoro “archeofuturista”

by La Redazione
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Roma, 21 mag – Dopo quasi tre anni in cui risultava introvabile tanto in libreria quanto online, torna disponibile Il Sole dell’Impero, il romanzo d’esordio di Carlomanno Adinolfi, con una nuova edizione pubblicata da Passaggio al Bosco, impreziosita dalle appendici contenenti le mappe disegnate da Emanuele Mastrangelo. Una scelta davvero felice, non solo per la qualità delle carte ma soprattutto perché esse aiutano il lettore a seguire il viaggio avventuroso dei protagonisti in un mondo ucronico, in cui la storia è andata diversamente da come la conosciamo noi e che pertanto, senza i dovuti punti fermi, potrebbe confondere il lettore.

Il Sole dell’Impero, tra storia, mito e futurismo

Il Sole dell’Impero è infatti ambientato negli anni Trenta di un mondo alternativo dove il Sacro Romano Impero è sopravvissuto, perpetrando la stirpe degli Hohenstaufen, divenendo la più grande potenza mondiale, contrastata solo dalla Russia sovietica e dagli Stati Uniti che però non sono riusciti a vincere la guerra di secessione, lasciando l’indipendenza agli Stati Confederati e ai Territori Indiani, alleati dell’Impero. Tra zeppelin e città futuriste, tecnologia retro Sci-Fi e guerra di spie, rinnovati ordini cavallereschi e sette religiose di assassini, avventurieri d’altri tempi e donne dal fascino pericoloso muovono i loro passi i protagonisti del romanzo: il giornalista Andrea Alcis, palesemente ispirato a Berto Ricci ma anche un po’ dal Tintin di Hergé; il professor Dauphin, genio della fisica che non disdegna i collegamenti tra scienza e sacro; il capitano Vertrago, giovane eroe dell’esercito imperiale; infine Ivard, un ex cavaliere teutonico disonorato che cerca di ritrovare se stesso ed ex capo pirata nel cui passato potrebbe nascondersi la chiave di un mistero inseguito da tutte le potenze in gioco.

Un mistero legato alla scomparsa di un noto scienziato (evidente l’allusione a Majorana) e una tecnologia che potrebbe spostare gli equilibri mondiali e che Adinolfi si diverte a costruire e svelare tramite un puzzle in cui le tessere riguardano scoperte scientifiche rivoluzionarie, come la fisica dei quanti e la teoria delle stringhe, e i più antichi miti della civiltà europea, intrecciando la sua formazione scientifica (Adinolfi è ingegnere elettronico) e la sua passione per la cultura classica e la mitologia indoeuropea.

Quando un romanzo avvincente è pure un manifesto politico

Il Sole dell’Impero è una storia che nonostante la mole (circa 600 pagine) e nonostante sia un romanzo d’esordio, scorre con ritmo serrato e avvincente, mostrando l’influenza dei romanzi d’avventura e della letteratura pulp, come anche del mondo dei bande-dessinée franco-belgi. Ma anche del mondo del cinema e delle serie tv di cui Adinolfi è appassionato e a cui dedica le sue rubriche nel Primato Nazionale, e di cui il romanzo è cosparso di omaggi e citazioni sotterranee che forse solo i più nerd riescono a cogliere. Il risultato è un intreccio di scatole cinesi in cui si intersecano una trama avventurosa, un manifesto ideologico-politico sul mito dell’Europa e un percorso spirituale che riporta alle origini della tradizione indoaria.

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