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Strapaese: l’Italia da cui rinascere e ripartire

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Roma, 1 ago – E’ stata data alle stampe di recente l’ultima fatica letteraria dell’editore e scrittore Francesco Giubilei, “Strapaese. L’Italia dei paesi e delle chiese di campagna. Da Maccari a Longanesi, da Papini a Soffici” (Odoya, 2021, 301p, 20€), incentrata sulla narrazione e la riproposizione di storie e modelli che connotarono ed animarono l’omonimo movimento negli anni ’20 dello scorso secolo. Di Strapaese sentiamo spesso parlare in ambiti culturali, politici e letterari. Raramente ascoltiamo una chiave di lettura approfondita riguardante questa officina di idee. In pochi hanno però riproposto ai giorni nostri i valori e le contraddizioni di quel periodo storico. Tematiche ben più ampie di quanto richieda la narrazione “ufficiale”.

Strapaese: quell’Italia eterna

Dal legame con il Futurismo alle scissioni tra i letterari osserviamo un racconto fluido e ricco di annotazioni, immagini, aneddoti e testimonianze storiche raccolte dall’autore. Ad esempio, all’interno del testo sono presenti numerose riproposizioni grafiche dei personaggi trattati (in particolare Giovanni Papini, cui è dedicato notevole spazio) e di testate dell’epoca come “La Voce” diretta da Giuseppe Prezzolini. Altro approfondimento importante è quello relativo ai rapporti tra il Fascismo e Strapaese. Nel clima di condivisione ed apprezzamento per le iniziative dei letterari si insediano poi le censure e delle divergenze tra Mussolini e i gerarchi nei riguardi di esponenti strapaesani. Un legame presente ma controverso ed indefinito, sul cui studi accurati dovrebbero farsi prima di esprimere i consueti giudizi critici a cui radical chic e professoroni ci hanno abituato.

Arriviamo così a chiederci cosa resti al giorno d’oggi di Strapaese e se esso sia ancora attualizzabile. Giubilei ci sprona a comprendere come esso viva ancora nei nostri borghi, nelle nostre chiese di campagna e nelle antiche tradizioni. Quelle che l’Italia più piccola insegna e tramanda ai posteri. Nell’epoca del post pandemia e del nichilismo culturale avremo bisogno di riscoprire radici ed essere fieri del nostro trascorso. Ripartenza e rinascita avverranno solo con la cultura al centro del dibattito sociale. Sia questa consapevolezza uno sprono ulteriore per conoscere ed apprendere ciò che anche movimenti come Strapese ci hanno lasciato in eredità da custodire e rilanciare.

Tommaso Alessandro De Filippo

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