Pechino, 8 lug – Scene da vero e proprio panico sui mercati borsistici della Cina. Nelle sedute chiuse questa notte, Shanghai ha chiuso a -5.4%, mentre Hong segna un calo del 4.9%, arrivando così a perdere, nel complesso, oltre il 30% del valore in meno di un mese. Dopo la superba crescita registrata nell’ultimo anno (+150%), è arrivata la resa dei conti.
Troppi i dubbi sulla sostenibilità di aumenti che non seguono l’andamento dell’economia reale, che registra un +7% che, se per le economie occidentali è una percentuale di tutto rispetto, per la Cina rappresenta invece una battuta d’arresto, dato che si tratta del valore più basso degli ultimi 20 anni. Insieme ai timori sulla Grecia e per la mancata ripresa in buona parte dell’Europa, è partita un’ondata di vendite che ha trascinato a picco i corsi azionari, seguiti a ruota da altri listini delle tigri asiatiche come Tokio.
Una tempesta perfetta, quella di Shanghai ed Hong Kong, che ha portato numerose società quotate a sospendere o vedersi sospese le trattative sui propri titoli. Nel listino della capitale economica cinese sono circa 2000 (più della metà) le azioni su cui gli scambi sono interrotti, d’imperio da parte delle autorità o su congelamento da parte delle aziende stesse.
Non sono bastate, per allentare le tensioni, le numerose iniezioni di liquidità da parte di People’s Bank of China, la banca centrale di Pechino. Il quantitative easing in salsa cinese prosegue comunque senza sosta: giovedì sono attesi altri 35 miliardi di yuan, dopo che nelle settimane scorse l’istituto centrale ne ha immessi più 50, per un totale di oltre 10 miliardi di dollari.
Il sistema si è evidentemente inceppato. Secondo alcune analisi, una delle concause del gonfiamento della bolla risiederebbe nell’accesso ai mercati da parte di decine di milioni di piccoli risparmiatori, la nuova classe media della Cina che ha cominciato ad investire negli ultimi anni. Un’ipotesi che desta più di qualche preoccupazione: nel caso in cui i risparmi dovessero andare bruciati, la trasmissione -tramite il mancato pagamenti di mutui o prestiti- della crisi di borsa all’economia reale sarà pressoché immediato. Da qui il protagonismo della banca centrale, impegnata a tentare tutte le strade per evitare il tracollo finanziario.
Filippo Burla
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1 commento
da un mese ne parliamo su SE. da un mese diciamo che quetso disastro avrà ripercussioni non indifferenti sull’economia, anche occidentale. Tra l’altro sembra che questa crisi abbia portato a ripercussioni “Militari”, con attacchi di hacker a wall street ed a reti americane, preannunciate da articoli minacciosi della stampa cinese. Ci sono stati attacchi informatici in tutto il mondo