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Crisi del gas, ora l’Italia propone il “price cap dinamico”

by Alessandro Della Guglia
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price cap dinamico

Roma, 6 ott – Crisi del gas, spunta il “price cap dinamico”. E’ stato proposto in sede Ue da Italia, Polonia, Grecia e Belgio, da applicare in uno scenario in cui non c’è assenza di forniture ed è presente uno scambio di domanda e offerta di gas. La proposta compare nel “non paper”, ovvero un documento non ufficiale, firmato dall’Italia e dagli altri suddetti tre Paesi europei.

Price cap dinamico: la proposta

La proposta in questione è sulla base del “corridoio dinamico”, attraverso il quale “è possibile stabilire un valore centrale per questo corridoio e rivederlo regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni (ad esempio, i prezzi del greggi) e consentendo fluttuazioni (ad esempio del 5%) intorno al valore centrale all’interno del corridoio”, si legge nel documento. Stando a quanto appreso dall’Ansa, il “non paper” è stato inviato alla Commissione europea e sarà inserito tra le proposte oggetto di dibattito tra i Paesi Ue.

Nello stesso documento si prevede che l’applicazione del “corridoio dinamico” al prezzo del gas abbia un “un valore centrale che rappresenterebbe un limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf) o può essere posto su più hub (Peg, Psv, Zee, per evitare l’arbitraggio), o meglio può coprire tutte le transazioni (sia in borsa che Otc)”. Sempre secondo i firmatari del documento, “sarebbero possibili fluttuazioni intorno al valore centrale per fornire segnali di prezzo per lo spostamento del gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il tetto massimo”.

Per Italia, Belgio, Grecia e Polonia, un tetto limitato al gas impiegato per l’energia elettrica “ignora i 2/3 del mercato del gas” e genera “disincentivi alla riduzione dei prezzi” poiché gli importatori vengono compensati per qualsiasi prezzo pagano. Dunque questa eventuale soluzione potrebbe creare “una passività senza un chiaro limite verso l’esterno”, ad esempio perché il prezzo all’importazione può continuare a salire, richiedendo maggiori risorse per mantenere il tetto.

Alessandro Della Guglia

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