Roma, 22 giu – Dopo i timidi rialzi nei consumi di elettricità (da febbraio ad aprile) e del gasolio (da gennaio ad aprile) ma non della benzina, tutte le voci dei consumi energetici fondamentali volgono al ribasso in maggio.
L’elettricità segna infatti -1,3% anno su anno, rettificato per i giorni lavorativi a un più contenuto -0,1% ma con un salto all’indietro del 1,1% rispetto ad aprile, tanto che nei primi cinque mesi dell’anno il consumo torna in territorio negativo: -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Quando la domanda di elettricità retrocede, significa che arretra anche l’economia reale.
A livello territoriale, la riduzione dei consumi elettrici da gennaio a marzo è stata particolarmente pesante nel Triveneto, in Emilia-Romagna, in Toscana e in Sicilia, mentre un progresso è stato registrato soltanto in Basilicata, Calabria, Campania e Puglia.
Per quanto riguarda i carburanti, mentre i consumi di benzina continuano ad arretrare da anni, raggiungendo in maggio il -6,9% anno su anno e nei primi cinque mesi dell’anno il -3,4%, la domanda di gasolio per autotrazione – che complessivamente da gennaio a maggio ha registrato un incremento pari al 2,2% – in maggio mostra la corda con un tonfo del -3,7%.
Sia la produzione che il commercio, quindi, evidenziano un arretramento nel mese di maggio tanto da annullare tutti gli effimeri progressi dei primi mesi dell’anno. Nonostante i dati siano insufficienti per derivarne una relazione significativa, si può osservare che nel maggio scorso, per la prima volta dopo novembre 2014, il prezzo del petrolio di riferimento europeo è salito oltre i 55 euro al barile, una soglia su cui si dovrà fare attenzione per stabilire se questa rappresenti il limite massimo sopportabile dall’economia italiana, almeno nello stato in cui ci è consegnata dal governo Renzi.
In ogni caso, i dati energetici discussi si accordano perfettamente con le ulteriori evidenze sullo stato dell’economia nazionale illustrati nei giorni scorsi su questo giornale, come quello sulle sofferenze bancarie e sulla ulteriore stretta del credito alle imprese, certificando ormai sotto tutti i punti di vista quello che avverte sulla propria pelle qualsiasi Italiano: il fallimento di Renzi e Padoan sul piano economico e finanziario.
Francesco Meneguzzo