Roma, 23 feb – Il simbolo della Ferrari ha ottenuto, per il secondo anno di fila, il titolo di marchio più influente al mondo. A decretarlo Brand Finance, società britannica leader nella valutazione dei marchi, che ha pubblicato l’annuale studio Global 500.
“Il cavallino rampante sul campo giallo è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo, anche dove le strade asfaltate sono ancora da raggiungere. Nel suo paese d’origine e tra i suoi numerosi ammiratori in tutto il mondo Ferrari ispira qualcosa in più della semplice lealtà di marca, di culto, di devozione persino quasi-religiosa, il potere del suo marchio è indiscutibile”, ha affermato David Haigh, amministratore delegato di Brand Finance.
La Ferrari si è imposta su colossi del mercato globale: Coca-cola, Google, Hérmes, Disney. Nella vittoria della casa di Maranello non ha pesato il valore economico ma il valore ‘immaginifico’: il segno si è legato al sogno. Sono infatti desiderabilità, lealtà e fiducia dei consumatori, identità visiva, presenza online e soddisfazione dei dipendenti, gli indici sui quali la Ferrari ha vinto la propria corsa, mentre latita al 350esimo posto della classifica dei marchi con la maggior valutazione economica.
Il cavallino rampante ha vinto quindi la sfida di Davide contro Golia, affermando forse un principio importante: anche nel mondo dei brand, in qualche modo la storia e l’origine pesa più degli indici di borsa. Pare non un caso, infatti, che il cavallino, prima di impennarsi sulla rossa di Maranello, abbia marchiato la carlinga dell’aereo di Francesco Baracca, indimenticabile eroe dell’aria. Fu la famiglia dell’aviatore, dopo la morte dello stesso, a consigliare a Ferrari di disegnare il simbolo sulle sue macchine. “Porterà fortuna”, disse la madre di Baracca al giovane Enzo. E non poteva essere altrimenti: a Baracca, morto nel 1918, sono attribuite 34 vittorie aeree.
“Vittorie”, termine singolarmente in uso nell’aviazione così come nell’automobilismo, dove Ferrari proseguirà la staffetta ideale con il pilota.
Un aiuto dal cielo, dall’alto, per Enzo Ferrari, ispirato come un evangelista dal proprio angelo tutelare. Ora, chiedete al grafico che ha fatto il logo di Coca-Cola o Google, chi lo ha ispirato: guarderà in basso.
Simone Pellico