Roma, 19 dic – Ci credeva solo la Cgil: aboliti i voucher, sarebbero finite le forme di sfruttamento più o meno legalizzato. Se era palese che non sarebbe stato così, arriva oggi l’Istat – con la sua nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione – a confermare un quadro di sempre maggiore precarietà nei rapporti di lavoro.
La nota, relativa al terzo trimestre 2017, spiega che “si continua a registrare un aumento tendenziale dell’occupazione (+303 mila) a fronte della diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-71 mila) e, soprattutto, degli inattivi (-300 mila)”, un dato che si segnala in crescita anche per quanto riguarda l’occupazione giovanile. “Il tasso di occupazione destagionalizzato – prosegue la nota – è risultato pari al 58,1%, in crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente. Considerando l’ultimo decennio , il tasso aumenta di oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo, proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre-crisi”.
Allo stesso tempo, però, la nota dolente arriva da come le statistiche sono costruite. “Con riferimento alla tipologia contrattuale – continua l’Istat – l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti è sintesi di un incremento di 81 mila posizioni a tempo
determinato e di un lieve calo a tempo indeterminato (-6 mila)”, con le prime che registrano un picco “con l’incidenza sul totale delle attivazioni che sale al 77,6%”. Detta fuori dai freddi numeri: si crea sì lavoro, ma a condizioni tali da pregiudicare qualsiasi prospettiva di medio termine.
Circostanza, quest’ultima, confermata anche dall’andamento di due altre tipologie contrattuali: i contratti a chiamata e quelli di somministrazione. “Il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti nel terzo trimestre 2017 mostra una nuova forte crescita (+77,9%”, dovuta, spiega sempre l’Istat – “soprattutto a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio (voucher)”. Analogo discorso per i contratti di lavoro mediati dalle agenzie: segnano +23,8%, ” in crescita tendenziale dal secondo trimestre 2013, con una forte accelerazione a partire dal primo trimestre 2017 e confermata nel secondo del 2017″.
Filippo Burla