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Pensioni: un lusso che non possiamo più permetterci?

by Salvatore Recupero
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pensioni-638x425[1]Roma, 18 mag – Inizia male questa settimana per Matteo Renzi. Oggi, infatti, il Consiglio dei ministri cercherĆ  di sciogliere il nodo dell’incostituzionalitĆ  del blocco dell’indicizzazione delle pensioni voluto dal governo Monti. In pratica, il professore della Bocconi aveva bloccato l’adeguamento al costo della vita per le pensioni superiori ai 1.486 euro.

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo tale provvedimento. Lo Stato, ora, dovrĆ  risarcire quelli che hanno subito questo torto. Si parla di un esborso da parte dell’erario che va dai tredici ai diciannove miliardi. La tenuta dei conti pubblici ĆØ a rischio.

Le elezioni regionali, però, incombono. Quindi, lo stratega fiorentino pensa di rimandare a data da destinarsi qualsiasi provvedimento che sciolga il nodo dei rimborsi ai pensionati.

Il peso politico degli under 60 ĆØ notevole. Rappresentano circa il 20% della popolazione. Il Presidente del Consiglio ha deciso di giocare sulla difensiva. VenerdƬ scorso ai microfoni di Radio Anch’io ha affermato in maniera solenne e perentoria: ā€œNon interveniamo sulle pensioni. Il governo non metterĆ  le mani nelle tasche degli italiani, non toglieremo niente a nessuno. Il governo Monti ha bloccato l’indicizzazione. Questo blocco ĆØ stato giudicato incostituzionale. Ormai ci troviamo a risolvere i problemi provocati da altri. Noi restituiremo una parte dei soldi di queste pensioniā€. Ieri ha anche alzato il tiro: ā€œDarò 500 euro a quattro milioni di pensionatiā€. Certo, qualcuno si chiede quando e in base a quali criteri. Ma questo ĆØ solo politichese. Roba da talk show, insomma.

Questa vicenda, però, rappresenta un’occasione per riflettere sullo stato della nostra previdenza pubblica. In questi casi per non esser populisti ĆØ giusto dare la parola agli esperti. Per esempio, sabato scorso Paolo Zucca ha vergato su Plus (supplemento dedicato alla finanza e ai risparmi de Il Sole 24 ore) un editoriale dedicato ai temi della previdenza. I dati che ci offre Zucca sono sicuramente indiscutibili: ā€œSu oltre 14 milioni di pensioni previdenziali 12,4 sono calcolate con il sistema retributivo, quindi collegate alla retribuzione percepita in un arco di tempo, 403 mila con il sistema contributivo (sulla base del versato) e 1,2 milioni con il sistema mistoā€. Poi, come un profeta, il saggio editorialista si sbilancia in una previsione: ā€œLe proiezioni fissano a oltre 61 milioni gli italiani residenti nel 2065 con una etĆ  media di 50anni rispetto ai 43 attuali. La previsione include l’inserimento di circa 12 milioni di nuovi italiani frutto dell’attivitĆ  migratoriaā€. In pratica, tra mezzo secolo, un terzo degli italiani sarĆ  pensionato. A questo punto abbiamo bisogno di sottoscrivere polizze assicurative-sanitarie private per tutelare al meglio il nostro tenore di vita.

I media e gli economisti fanno da megafono al dogma liberista. L’assioma ĆØ chiaro: ā€œOgni lavoratore dovrĆ  pagare non solo i contributi all’Inps, ma anche la polizza assicurativa per la vecchiaia e poi nel salvadanaio non guasta qualche soldino per la dentieraā€. Ā 

Chiunque pensa di poter cambiare lo status quo ĆØ un demagogo, un populista. Il nostro futuro ĆØ giĆ  scritto. Una politica al metadone che ha deciso di non scegliere. I palazzi del potere ricordano sempre più i Sert. Quindi, possiamo addebitare la colpa alla nostra classe dirigente che non rappresenta il Paese reale? Certamente no. Infatti, basta il contentino del taglio ai vitalizi per distrarci dallo smantellamento del nostro sistema previdenziale. E allora, parafrasando D’Annunzio, possiamo dire che avremo ciò che abbiamo donato. CioĆØ nulla.

Salvatore Recupero

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