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11 Settembre: se l’ anniversario diventa un pretesto per dichiarare guerra ai vecchi amici

by Cesare Garandana
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Barack-Obama-Stunning-DeclineWashington, 11 set. – “Li colpiremo ovunque. Li distruggeremo. Non c’è alcun paradiso sicuro per chi minaccia l’America” queste le parole pronunciate da Barack Obama in diretta tv a qualche ora dall’ anniversario del famoso attentato. Sembra quasi il discorso di un comandante che incita le truppe prima di un attacco, non certo le parole di un premio Nobel per la Pace.

Ma in fondo queste parole servono per spiegare “l’assoluta necessità” di una nuova offensiva militare contro il terrorismo islamico. La minaccia questa volta si chiama Isis ed i suoi Jihadisti che avanzano in Iraq e Siria. “Piccoli gruppi di assassini possono fare gravi danni. Per questo dobbiamo rimanere vigili”, ha spiegato Obama nel suo discorso dimenticando però che fino a qualche giorno fa ha armato fino ai denti questi “piccoli gruppi di assassini” che combattevano il “tirannico” Assad. Come già evidenziato sulle pagine del primato negli articoli di Salvatore Recupero ed Eugenio Palazzini gli Stati Uniti hanno perso il controllo del proprio cagnolino e, per evitare di essere morsi, si apprestano rapidamente ad abbatterlo.

Ma è davvero questa la strategia vincente? Sembrerebbe di no. Se non bastasse l’avanzata dell’Isis nell’ Iraq liberato a dare una risposta a questa domanda, si può analizzare quanto emerso da un sondaggio del Wall Street Journal/Nbc. A seguito delle recenti decapitazioni dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff , gli Stati Uniti si scoprono spaventati dalla “minaccia islamica”. Secondo il quotidiano, il 47% degli americani si sente meno al sicuro rispetto a quanto non si sentisse prima dell’11 settembre. Il dato non è da trascurare, soprattutto se si pensa che ad un anno dal crollo delle Torri Gemelle questa percentuale era del 20%. Lo confermano anche le parole del sindaco di New York, Bill De Blasio, in un’intervista all’ Associated Press: ”Erattvamo il target numero uno lo scorso anno, lo eravamo anche prima. Non mi attendo che questo possa cambiare sotto di me”.

Se si volesse dar credito a quanto dichiarato da Edward Snowden, sembrerebbe quasi che gli USA ed i suoi alleati siano spaventati dalla loro stessa creatura.

Cesare Dragandana

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