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Dalla Francia alla Svezia, l'immigrazione è sempre più fuori controllo

by Guido Taietti
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Parigi, 4 feb – Accadono con sempre maggiore frequenza episodi di guerriglia urbana in Europa: in Svezia la Polizia ha ammesso l’esistenza delle cosiddette “no-go area”, ovvero quartieri dove il tasso di violenza è talmente alto che la Polizia ammette di non poter intervenire tempestivamente in caso di necessità. Di fatto avvisando i cittadini svedesi che intere aree delle loro città non appartengono più alla Svezia. In Francia in questi giorni, nella zone dove fino a qualche tempo fa esisteva la famigerata “giungla di Calais”, è accaduto un fatto di importanza capitale che la stampa mainstream, sempre attenta a non prendere posizioni scomode, ha banalmente derubricato a rissa.
In realtà abbiamo problemi a considerare rissa uno scontro tra decine, centinaia di uomini armati, divisi per etnie durato per ore dove sono spuntate anche armi da fuoco che hanno fatto 22 feriti di cui 4 gravissimi: un bollettino che ci aspettiamo da zone di guerre come l’Afghanistan o l’Irak o la Libia “pacificati”. Invece no, accade nel cuore dell’Europa. Dovrebbe preoccupare che in queste “isole di non diritto” dove lo Stato non vuole intervenire e forse, non ha neanche più la capacità di farlo facilmente, comincino a circolare armi da fuoco senza che nessuno abbia la possibilità di fermare questo fenomeno.
Lo Stato è, per definizione, “la monopolizzazione della violenza legittima in un territorio”, ma a Calais, nelle Banlieu, in alcuni quartieri di Londra, nelle periferie svedesi, chi ha il controllo della violenza legittima? A Calais quali leggi valgono? Quelle del codice penale francese o esistono nuove norme da rispettare, nuovi codici, nuove autorità? Lo Stato scricchiola, le crepe si allargano e la legge sembra diventare sempre più severa, ma vale sempre più per gli autoctoni e sempre meno per chi proviene da fuori che si organizza in realtà numericamente sempre più grandi, sempre più stabili, sempre più autonome.
L’immigrazione incontrollata sta smettendo di essere un problema culturale, sociale, burocratico e giuridico (come comunque innegabilmente è stata) e rischia di diventare qualcosa di molto più grave: un problema politico nel senso più assoluto e elementare del termine. Un problema che le attuali classi dirigenti occidentali non sembrano avere né le competenze né la forza di affrontare, ma chiudere gli occhi e parlare di “dialogo e integrazione” molto probabilmente non potranno evitare il disastro contro il quale le democrazie occidentali rischiano di andare a schiantarsi.
Guido Taietti

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9 comments

Tony 4 Febbraio 2018 - 4:54

…uno Stato è anche ricerca del benessere economico, sociale di chi ne fa parte entro i suoi confini, ma questa concezione crolla nei casi di Stati solo formali perchè sottomessi a organismi sovrastatali quali il fondo monetario internazionale, la banca centrale europea, leggi EU, in tale contesto la “indipendenza” degli stati è solo ipotetica…

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Dino 4 Febbraio 2018 - 5:47

Mi sembra d’obbligo fare alcune considerazioni, gli immigrati islamici sono gestibili se in numero limitato. Vanno controllati costantemente ed al primo segno di radicalizzazione vanno espulsi immediatamente. Essi non sono integrabili odiano noi la nostra civiltà e a nostra laicità. Le popolazioni del sub Sahara anche i finti cristiani nigeriani hanno una concezione della società e del ruolo delle donne, incompatibile con la nostra storia e le nostre tradizioni. La soluzione è una sola: espulsione di chi non si adegua alle leggi ed alle tradizioni italiane. Reclusione in isole come l’Asinara e dopo rimpatrio divieto di tornare in Italia per 10 anni. Clandestini ed irregolari vanno arrestati interrogati a fondo e deportati a spese del paese di origine. Devono temere le forze dell’ordine ed aver paura se toccano cittadini italiani. Aspetto con trepidazione il 4 marzo.

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cenzino 4 Febbraio 2018 - 6:03

E’ sempre più evidente che saranno sempre di più fette di territorio extraterritoriali. E’ talmente lampante che non si può non pensare che sia una situazione voluta.

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Michele A. 4 Febbraio 2018 - 6:13

Fine di una civiltà: è “il tramonto dell’ Occidente”.
Ma non l’aveva già detto qualcun altro intorno al 1920?
Come tante altre grandi civiltà del passato (babilonese, egiziana, araba, etc.) anche la nostra attuale civiltà è vecchia, (de)cadente e destinata all’estinzione……..
Per fortuna sono già avanti con gli anni, ma poveri i miei figli!

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Raffo 4 Febbraio 2018 - 9:38

Ricapitolando………non studiano,non lavorano,non si integrano e fanno il cazzo che pare a loro………che siano africani o meno,neri o bianchi,non importa, vivono di furti e spaccio, hanno ideali tribali e il sopruso è l’unico ideale che hanno ben chiaro…….. riporteranno l’Europa all’età della pietra, così come vogliono le menti malate piddine e sorosiane. Tutto chiaro mi pare.

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Dalla Francia alla Svezia, l'immigrazione è sempre più fuori controllo | NUTesla | The Informant 5 Febbraio 2018 - 10:09

[…] Author: Il Primato Nazionale […]

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Guerriglie urbane, risse e violenze di ogni tipo: Francia e Svezia paga le conseguenze l'accoglienza - Riscatto Nazionale 5 Febbraio 2018 - 10:47

[…] Con fonte Il Primato Nazionale […]

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