Torino, 4 feb – Abbiamo avuto il piacere di poter dialogare con Chervona Voropaeva, rapper russa chiaramente aderente all’area culturale identitaria. Ne è nata questa breve intervista che ci aiuta a conoscere meglio il pensiero del popolo russo, importantissimo elemento della civiltà europea, a noi purtroppo troppo ignoto per motivi storici, di propaganda e di censura.
Buongiorno Chervona, subito per rompere il ghiaccio: stupita che una testata giornalistica italiana ti chiama per un’intervista?
No, mi contattano da diversi Stati per le mie vedute nazionalistiche anche se ammetto che dall’Italia siete i primi.
Nazionalismo, la prima domanda che ci sorge è come un cittadino russo e in particolar modo te come cantante russa vede noi occidente, Italia in particolare, oggi.
Non conosco la specificità dell’Italia, considero la situazione generale in Europa occidentale abbastanza grave perché è molto difficile mantenere l’identità visti gli attacchi culturali fortissimi di oggi.
Essere nazionalisti in Europa occidentale oggi vuol dire opporsi al pensiero dominante. Cosa vuol dire essere nazionalisti oggi in Russia?
Sono contraria al termine nazionalismo perché richiama immagini negative. Ogni persona fiera della sua identità culturale non deve essere chiamata nazionalista: un russo fiero di essere russo è semplicemente un russo, non un nazionalista, così come un tagiko è un tagiko, non un nazionalista, un uzbeko è un uzbeko etc. Questo perché essere fieri della propria identità è nell’ordine normale e naturale delle cose, non deve essere chiamato nazionalista oltretutto con significati spregiativi. Oggi in Russia chiunque, tranne i russi, può essere fiero della propria identità mentre un russo che dice “sono un russo, vivo in Russia e sono fiero di essere russo” viene definito spregiativamente un nazionalista. Io reclamo anche per i russi la possibilità di essere secondo natura.
Incominciamo ad intrecciare l’aspetto musicale. Tu adotti la forma del rap che qui in Italia è nell’immaginario collettivo della maggioranza associato a una certa forma statunitense. Perché questa tua scelta artistica e come è vista nella tua ottica di cultura russa?
Molte volte mi è stata posta questa domanda. Per poter avere una corrispondenza tra la forma e il contenuto del mio messaggio di protesta e di rabbia la mia scelta era fra il rap e il rock, difficilmente il pop si sarebbe potuto adattare. La scelta definitiva verso il rap è dovuta al fatto che mi piace e, poiché realizzo tutto da sola avendo solo una persona che mi aiuta con la posta, mi permette di dover solo acquistare una base musicale su cui scrivere i testi senza dover avere un gruppo di musicisti al mio seguito.
Se osserviamo i testi e i video delle tue canzoni si evidenzia immediatamente una certa durezza e violenza (armi, etc.) da te applicata che qui da noi sarebbe immediatamente censurata nel nome del politicamente corretto, teorie transgender, femminismo di ritorno. Come ti rapporti in particolar modo con il femminismo visto che uno di questi movimenti più famosi, le Femen, è nato proprio nell’Est Europa (Ucraina)?
Per primo, non sopporto la posizione del femminismo. Secondo me l’immagine della donna deve essere dolce, deve essere una casalinga che cucina bene, che è gentile con il marito, non può mettersi vicino all’uomo ed essere uguale perché la donna è creata in modo diverso. Non sopporto le teorie transgender, queste persone sono disgustose, orribili, orrende e non devono avere diritto di effettuare la loro propaganda. Essendo transgender devono vivere in modo tranquillo lontano da me, su di un’altra strada e non vicino ai miei futuri figli. Un transgender che proclama ad alta voce “io sono così, ne sono fiero quindi sono bravo” è come un cannibale che dice la medesima frase. Tornando alle mie canzoni e ai video, a me piacciono le armi e la tecnica, ma il tutto è volto a incitare all’azione e non alla violenza, utilizzo le armi a difesa del mio concetto di donna. L’aspirazione di ogni donna russa è di essere dolce, protetta da un uomo forte o dallo Stato, ma se questo non succede dobbiamo essere noi forti e farlo vedere. Io non creo l’immagine di una donna forte, io sono una donna forte vista l’attuale situazione.
Quanto interessano al cittadino russo comune le posizioni identitarie?
Innanzi tutto sono felice che in Europa occidentale la visione identitaria sia viva e vivace. Qui in Russia purtroppo è poco conosciuta ed è fortemente avversata, più volte mi è successo di essere stata invitata a esibirmi in manifestazioni pubbliche per poi ricevere la disdetta pochi giorni prima o la richiesta di cantare solo canzoni d’amore. Inoltre la censura è molto attenta, basta un post sui social scritto in forma troppo aggressiva per ritrovarsi in prigione. Vengo anche a volte definita razzista quando invece ho moltissimi amici o aiutanti di varie nazionalità e credo religiosi, islamici compresi.
Nell’ultima tua canzone, video compreso, tratti della pedofilia e non sei stata tanto “leggera”. Estremizzazione artistica o no?
Quello è il mio punto di vista. Da qualche tempo si susseguivano notizie di reati pedofili sui vari canali d’informazione, poi ho conosciuto un ragazzo vittima di pedofilia e mi è giunta l’ispirazione per la canzone e il video. Questo genere di persone non deve esistere nella nostra società.
a cura di Cristiano Bergoglio
Chervona Voropaeva, la rapper russa identitaria: "Non sopporto femministe e teorie gender"
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2 comments
Ragazza gradevole e di sani principi…… grandissima rapper e donna di idee chiarissime……le femministe sinistre e boldriniane non valgono una sua unghia.
[…] Author: Il Primato Nazionale […]