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Gli Stati Uniti bombardano di nuovo la Siria: oltre cento morti. Ma per Repubblica è la prima volta

by La Redazione
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Roma, 8 feb – Ieri Stati Uniti e Israele hanno bombardato la Siria. Si parla di 100 morti, fra soldati e forze governative, nel primo attacco, e 18 e alcune decine di feriti, nel secondo. Le fonti governative riferiscono di morti civili in entrambi gli episodi. La motivazione del primo bombardamento, secondo Repubblica, è che la democrazia per eccellenza, gli Stati Uniti, sostiene di aver fermato un ipotetico “attacco del regime” (quello di Bashar al-Assad, presidente eletto) contro i propri alleati. La seconda causa, invece, non è specificata. Israele non ha commentato, scrivono. Per quale motivo però, e secondo quale diritto, le autorità israeliane hanno organizzato un’incursione aerea sul territorio di uno Stato sovrano e autonomo?
L’articolo di Repubblica comincia così: “Per la prima volta, l’aviazione americana ha bombardato reparti del regime siriano”. E’ basilare sapere che, nel giornalismo, l’incipit serve a catturare l’attenzione del lettore. Ora, all’anonimo redattore sfugge che, lo scorso aprile, i democraticissimi Stati Uniti d’America sganciarono 59 missili su una base aerea siriana, a cagione di un presunto attacco chimico del “regime” nei confronti del proprio popolo. Attacco mai provato, ma morti civili, dopo i Tomahawk, a centinaia. Lo stesso quotidiano dedicò all’accaduto uno scritto, che la redazione dimentica.
Qualora il nostro anonimo, però, ponesse dei dubbi sulla differenza che passa fra uno sganciamento di missili e un bombardamento, rileveremmo che – secondo la lingua italiana – bombardare significa colpire un obiettivo con tiro di artiglierie o lanci di bombe di aerei. I missili sono artiglieria. Questo, dunque, non è il primo bombardamento.Proprio su una definizione rovesciata, verte l’uso smodato del sostantivo regime, che l’anonimo impiega nel suo attacco. I compilatori di gazzette italiani lo ripetono allo sfinimento, sino a fargli assumere, in modo implicito, solo una connotazione peggiorativa. Esso, infatti, è sempre contrapposto al vocabolo democrazia. Nel brevissimo scritto di Repubblica, pubblicato oggi, l’autore se ne serve ben quattro volte. Cinque, gli inviati del giornale, nell’articolo dei missili. Ma il regime è la forma o sistema statuale di un governo. Deve la sua origine al verbo latino rego-regis-regere: reggere, dirigere. Un vocabolo neutro. La democrazia stessa è un regime.Scriveva Gustave Le Bon nella “Psicologia delle folle”: <Quando un’affermazione è stata sufficientemente ripetuta, con unanimità nella ripetizione […] si forma […] una corrente d’opinioni e il potente meccanismo del contagio interviene>.
E’, almeno, dal 2003 che ci tempestano con il termine regime. In quell’anno, si trattava di Saddam Hussein. Gli Stati Uniti e i media occidentali asserivano che il Presidente dell’Iraq detenesse armi chimiche. Mai provato. Giunti i regimi, quelli democratici, Hussein fu ammazzato, il Paese distrutto e migliaia di civili si dispersero verso l’Occidente. Medesimo discorso per il regime di Gheddafi. I regimi democratici invasero la Libia, Gheddafi fu trucidato e la diaspora degli abitanti si riversò in Europa. La guerra al terrore islamico è uno dei cavalli di battaglia di Assad. Lo stesso, a quanto dicono, degli Stati Uniti d’America. Il Presidente della Siria è un uomo scolarizzato, laureato in Medicina, che parla tre lingue. E’ credibile che, sapendo di avere gli occhi degli Stati Uniti puntati addosso, conoscendo quanto accaduto in Iraq e Libia si contrapponga alla lotta all’Isis o utilizzi armi chimiche contro la propria gente?
Igor Buric

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4 comments

Fabio 8 Febbraio 2018 - 7:53

Ma il Sig Danilo Angiolini dove vive ???
Nel mondo delle favole contemporanee ?!!
E parla pure di camerati …
finché c’è gente così hai voglia a combattere l’ignoranza. Peggio dei centri sociali!

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danilo 8 Febbraio 2018 - 9:46

L’asino vestito della pelle del leone e la volpe
di Leone Tolstoj
Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei. Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un’altra volta, gli disse:
– Sta pur sicuro che, se non ti avessi ma sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me.
Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.

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Raffo 8 Febbraio 2018 - 9:46

Dopo otto anni del mussulmano obama , il povero trump che non sa nemmeno la differenza tra il giorno e la notte in politica estera fa ciò che i militari e i servizi gli dicono di fare ;ricordiamo che la clinton riuscì nell’impresa di far ammazzare l’ambasciatore in libia con una portaerei e 3000 marines nel Mediterraneo al largo delle coste siciliane per cui parlare di politica estera usa negli anni di obama ed ora con trump prigioniero di una fbi è una cia obamizzata si rischia di fare della facile comicità……. diciamo che usa e israele hanno interesse ad aiutare una fazione anti assad e regolare vecchi conti in sospeso con il sovrano siriano che non è sempre stato uno stinco di santo e spesso combatte il terrorismo a fasi alterne……… vede l’isis come fumo negli occhi ma simpatizza con altri gruppi e alcune realtà islamiste non propriamente moderate……….in tutto questo caos , mi ripeto , usa e israele portano avanti la loro strategia semplice e lineare, ovvero indebolire l’esercito siriano………

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Cesare 8 Febbraio 2018 - 10:21

Anche nel Settembre 2016 gli USA per “errore” bombardarono a Deir ezzor le postazioni siriane uccidendo 62 soldati siriani e ferendone piu’ di 100.Assad chiari’ che non si trattava di errore dato che subito dopo nella zona comincio l’attacco dell’ ISIS(che non ha mai attaccato ne’ i soldati USA che quelli di Israele).Questi sono crimini di guerra da parte di chi si dichiara sempre moralmente superiore ma oggi il mondo si sta’ svegliando prepotentemente e gli USA con queste politiche dei massacri hanno perso molti alleati e molto peso internazionale

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