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Quando Padova venne distrutta dai bombardamenti alleati: 400 civili uccisi

by La Redazione
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Padova, 8 feb – L’8 febbraio 1944 la città di Padova venne quasi rasa al suolo da quello che molti storici definiscono il più pesante bombardamento alleato in Italia e uno dei più gravi in Europa. Lo storico inglese Eric Morris, esperto di strategia militare, contesta nella sua opera, “La guerra inutile. Campagna d’Italia 1943 – 45”,  l’avanzata alleata sul suolo italiano denunciandone i misfatti e i delitti che i vincitori del secondo conflitto mondiale non vollero mai rendere pubblici. I “liberatori” sono stati la causa della morte di quasi 100.000 italiani a fronte dei 3.000 caduti per mano tedesca. Morris dedica un capitolo anche al bombardamento del suolo patavino, durato dalla fine del ’43 fino a marzo del ’44.
Fu proprio a Padova che gli Alleati perfezionarono la tecnica del “bombardamento a tappeto” sui civili inermi, tecnica che, tra l’altro, verrà usata di lì a pochi mesi sulle città nipponiche di Hiroshima e Nagasaki ma con l’aggiunta dell’ordigno nucleare. A mezzanotte la città venne illuminata con dei bengala facendo si che gli inglesi, vedendo le luci, bombardassero il centro storico e la stazione. Questa volta non utilizzarono le solite bombe ma testarono una nuova arma: le bombe perforanti. Una di queste centrò in pieno il Bastione Impossibile saturo di civili innocenti tra cui donne e bambini che cercavano rifugio da una morte certa. Inutile dire che fu una carneficina inaudita. 400 furono le vittime di questo attacco e, come testimoniò il parroco Don Luigi Rondin, “fu un vero carnaio. Furono raccolte oltre alle vittime diciotto casse di resti umani”. Resti sparsi dovunque, corpi carbonizzati, corpi mutilati, questo il terribile scenario che si presentò ai cittadini padovani l’indomani dell’attacco alleato.
Il colpo di grazia alla “sorella di Venezia” sarebbe dovuto arrivare l’11 marzo ma grazie all’intervento tempestivo dell’aeronautica italiana e, in particolare, grazie al coraggio dell’aviatore Giovanni Battista Boscutti, si evitò la completa distruzione della città. Nonostante il suo aereo fosse pesantemente danneggiato, Boscutti riuscì ad abbattere alcuni veivoli alleati evitando la strage. Alla fine il suo caccia precipitò e il soldato morì nel terribile impatto (il suo corpo venne rinvenuto a circa 10 metri di profondità). Il riconoscimento al comandante di Boscutti, Visconti, per aver difeso la città veneta fu nullo, anzi, una volta catturato dai partigiani, venne ucciso con un colpo alla nuca con l’accusa tradimento e di intralcio alle attività belliche alleate e partigiane.
I bombardamenti distrussero anche l’odierna Chiesa della Pace, all’epoca un ossario consacrato contenente i resti delle vittime della prima guerra mondiale che restarono a lungo insepolte. Un tale sfregio da parte degli alleati rimase vivo negli occhi dei padovani che ricostruirono la chiesa e vi misero a riposare ciò che rimase delle vittime di quei terribili attacchi, a lungo dimenticati dalla Storia e sepolti sotto le stesse macerie. Solo l’intervento dell’allora sindaco di Padova, Massimo Bitonci, e della parrocchia della Natività permise, nel 2015, di ricordare il misfatto e di far si che la memoria di quelle vittime non rimanesse schiacciata sotto il peso della codardia e dell’odio di chi non fece nulla per evitare questa carneficina.
Tommaso Lunardi

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2 comments

Fabio 8 Febbraio 2018 - 8:10

I vili e gli infami si nascondono per poi venir fuori dalla melma per colpire gli innocenti e a maggior ragione gli eroi veri, arrogandosi poi il diritto di esserlo loro. Non sono antifascisti partigiani o chissà cosa, sono solo dei codardi e degli ignavi e in questa o in un altra vita nella melma ritorneranno.

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Francesca 8 Febbraio 2018 - 10:03

Finirete tutti a farvi dominare dagli invasori. Questo è il destino degli italiani: servi del nemico…
Il bombardamento americano sarà solo un triste ricordo!!

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