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Spie russe e gas nervino. Ecco perché si tratta dell'ennesima fake news

by La Redazione
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Roma, 27 mar – L’espulsione delle “spie russe” (i diplomatici accreditati in vari paesi Ue e in Usa) come ritorsione per l’attacco coi gas nervini subito da Sergei Skripal (ex ufficiale del KGB traditore al soldo dello MI16, i Servizi Segreti di Londra) e da sua figlia. E che sarebbe arrivato, si legge sulle cronache, dentro il bagaglio della figlia Yulia appena arrivata dalla Russia in aereo, forse, si legge sulle cronache, nascosto in un regalo destinato a Sergei. Una perfetta spy story. Il gas nervino proveniente da Mosca ha colpito severamente Sergei e la figlia che ancora sono ricoverati in ospedale, il poliziotto che li ha soccorsi (non si sa se ancora ricoverato), e altre 126 persone del quartiere in modo lieve, probabilmente clienti o personale del ristorante italiano “Zizzi” dove Sergei e Yulia avevano pranzato e del Pub “The Mill” dove avevano bevuto una pinta di birra.
I media hanno mostrato un grande spiegamento di forze (circa 200 militari specializzati nella guerra NBC (Nucleare, Batteriologico, Chimico) che hanno isolato il quartiere alla ricerca delle tracce del potente gas nervino, il “Novicoch” a detta delle autorità inglesi, prodotto nell’URSS negli anni ‘70. E’ ovvio che di fronte a un caso tanto grave che riesuma uno scenario da “Guerra Fredda” dobbiamo fare qualche considerazione, perché da Londra a parte la veemenza delle accuse non è venuta nessuna “prova”: in teoria potrebbe essere proprio una “sceneggiata da Guerra Fredda”. In teoria naturalmente, ma resta il fatto che la “colpevolezza di Putin” si basa finora sui racconti dei media più che su prove depositate presso organismi internazionali.
Il primo punto è che questa vicenda, così come è raccontata, ci conferma la fake news sui gas nervini che sarebbero stati scaricati sulla cittadina siriana di Khan Seykhun in Siria dall’aviazione di Assad: si era già obiettato che l’attacco coi gas nervini avrebbe causato centinaia di morti e migliaia di contaminati, fra cui tutti i “soccorritori” esattamente come il poliziotto soccorritore a Salisbury e gli altri 126 minimamente esposti all’agente nervino. In una analisi dettagliata abbiamo dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che quella di Khan Seykhun era una “sceneggiata da Guerra Fredda” organizzata per causare una reazione emotiva e militare contro Assad e il suo alleato Putin, a cui Trump da poco eletto ha voluto o dovuto abboccare lanciando per “rappresaglia” 54 missili Tomawak di cui uno solo giunto a segno (e quindi facendo segnare a Putin un punto strategico sulla tecnologia militare). E non era una novità: tutti abbiamo visto il Capo di Stato Maggiore Usa Colin Powell sventolare all’ONU la “provetta” coi gas di Saddam Hussein, che fu il “Casus Belli” per cominciare la guerra in Iraq. Gas che non c’erano perché l’arsenale chimico di Saddam Hussein era stato consegnato con la sua sconfitta nella prima Guerra del Golfo di dieci anni prima, e distrutto all’epoca sotto la supervisione degli ispettori dell’ONU. E se anche quella di Salisbury fosse una fake news saremmo al terzo tentativo di montare un casus belli sui gas nervini, stavolta invece che verso alleati della URSS/Russia ora direttamente verso la Russia, in particolare verso Putin che rieletto col 75% dei voti è odiatissimo negli estabilishment occidentali.
Dunque a Salisbury una quantità minimale di gas nervino avrebbe intossicato gravemente due persone (Sergei e Yulia), meno gravemente una persona (il poliziotto) e contaminato 126 persone e due locali pubblici, il ristorante Zizzi e e il Pub Mill. Ne conseguono due evidenze:
– il contenitore del gas nervino, quale che fosse, perdeva, non era “ermeticamente” chiuso. Altrimenti non sarebbero state ritrovate le tracce di gas da Zizzi e al Mill, e non ci sarebbero i 126 contaminati.
– Sergei Skripal e la figlia Yulia non sono morti, e non è morto il poliziotto.
E qui possiamo fare una considerazione “tecnica”: se il contenitore del gas perdeva a pressione atmosferica normale il gas avrebbe contaminato l’aereoporto di Mosca da cui Yulia era partita, l’aereo col quale ha viaggiato, i passeggeri che vi si trovavano e i loro bagagli, l’aereoporto di Londra in cui sono atterrati, il tassista o il treno col quale si è recata a Salisbury, e infine il Pub Mill e il ristorante Mill. Infine aprendo il contenitore sulla panchina Sergei, Yulia e il poliziotto sarebbero stati esposti agli effetti diretti del gas. E di tutte queste “contaminazioni” da Mosca a Salisbury non c’è traccia, con l’analisi dei campioni alla Spettrometro di Massa si ritroverebbero sui reperti le singole molecole del gas nervino.
La seconda evidenza discende dalla prima: l’aereo su cui il contenitore del gas nervino è stato trasportato da Mosca a Londra, un volo di circa 4 ore a quota di 8/10.000 metri. Per ridurre i carichi strutturali dovuti al differenziale tra la pressione esterna e quella interna del velivolo alla quota di crociera, i moderni aerei da trasporto non mantengono in cabina la pressione atmosferica al livello del mare (1.013,25 hPa), ma una pressione equivalente a quella di una altitudine di circa 2.500 metri. Ne consegue che se il contenitore perdeva già a pressione pari a livello del mare quando sottoposto per 4 ore a una pressione equivalente a 2.500 metri di quota, molto più bassa (circa 700 hPa), il gas sarebbe stato letteralmente aspirato fuori, e tutti sarebbero morti. E invece non è morto nessuno. Neanche Sergei e sua figlia Yulia sono morti, neanche il poliziotto e neanche i passeggeri del volo Londra-Mosca. Non è morto proprio nessuno e le “prove” della presenza del micidiale gas nervino invece che sui diagrammi degli Spettrometri di Massa stanno negli articoli di giornale e sui servizi televisivi, come per Kahn Seykhun in Siria e la fialetta di Colin Powell per la guerra in Iraq. E quindi fino a “prova contraria” concludiamo che quella di Salisbury è stata una “sceneggiata da Guerra Fredda”, la terza.
Luigi Di Stefano

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6 comments

Cesare 27 Marzo 2018 - 7:49

La Russia ha chiesto le prove dato che sono suoi cittadini ad essere stati colpiti, nella stessa zona in cui a 7 km. ci sono i laboratori delle armi biologiche dell’ Inghilterra.Ma la Teresa May si è rifiutata di fornirle e ad oggi il centro di armi biologiche non ha ancora confermato la provenienza russa dell’ agente chimico che puo’essere prodotto altrove dato che è nota la sua formula.L’attacco alla Russia è in pieno svolgimento con il personale delle amabasciate russe espulso da tutti i pupazzi USA, Gentiloni compreso.
Con tutti i milioni di morti fatti dall’ occidente in Corea,Vietnam, Iraq,Serbia,Libia,Yemen,Libano, Siria e molti altri paesi, è vergognoso l’enorme scandalo che questa politica senza alcuna moralità vuole fare nascere, per fini inconfessabili, su un episodio singolo di una ex spia russa che faceva pure il doppio gioco e di cui alle elites sicuramente non fregava un fico secco!

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Mario Morselli Santoro 28 Marzo 2018 - 1:43

Se tutte le persone dovessero andare in galera con delle prove di colpevolezza così fumose, di certo fuori non ci sarebbero neppure i carcerieri. Pur di denigrare un grande statista come Putin, si deve sempre gridare al lupo al lupo, tanto per gli Occidentali è sempre colpa Sua, compreso il Global Warm, ma si, mettiamoci anche questo…

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Jews Are Missionaries yes | NoahNephilim 28 Marzo 2018 - 11:08

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