Ecco in soldoni la prima apparizione pubblica del subcomandante insurgente Marcos, quello che fino ad oggi è stato il capo dell’insurrezione degli Indios messicani, in guerra da ormai vent’anni contro il governo centrale per l’autodeterminazione e la difesa dei diritti delle popolazioni native in Chiapas e in tutto il Messico. Fino ad oggi, perché con un comunicato ufficiale trasmesso tramite i propri canali di diffusione l’EZLN annuncia la morte simbolica di Marcos, ritenuta come ormai necessaria per dare nuova linfa alla causa zapatista e allo stesso tempo rimarcare l’impersonalità della battaglia portata avanti dai ribelli messicani.
In questi venti anni di storia sotto la leadership del subcomandante Marcos (anche se lui si è sempre definito esclusivamente un portavoce) l’ EZLN è diventato una vera e propria forza rivoluzionaria radicata e strutturata in gran parte del territorio, con municipi autonomi (MAREZ) e una larghissima base d’appoggio nella popolazione, soprattutto tra le fasce più povere del paese.
Il personaggio politico del “Sup” è superato di gran lunga dalla sua fama a metà tra il mito e la realtà, così che anche nel resto del mondo la sua figura e quella di tutto l’EZLN è diventata simbolo di una ribellione anti liberista, purtroppo troppo spesso caduta nella pura banalizzazione di un semplice brand pubblicitario. La sua scomparsa negli ultimi anni aveva destato clamori e suscitato ipotesi sul percorso futuro della ribellione zapatista e il suo ritorno, anche se solo per annunciare la propria “morte”, dissolve ogni dubbio su quello che sarà ora il compito dell’Esercito di Liberazione: “Questo personaggio è stato creato e ora i suoi creatori, gli zapatisti e le zapatiste, lo distruggono. Comprendere questo significa capire qualcosa di fondamentale per noi”. Ecco quindi che il gesto del subcomandante Marcos vuole essere un vero e proprio atto di affermazione della causa rivoluzionaria contro il semplice culto della personalità, e prova ne sia il passaggio del comando all’amico Galeano morto (lui veramente) in uno scontro a fuoco pochi giorni fa.
La lotta per l’autodeterminazione dei nativi messicani perde forse il leader più carismatico che abbia mai avuto e la voce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale torna così ad essere quella di un’intera comunità in lotta per la sopravvivenza.
Michele de Nicolay
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