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Aereo precipitato, authority cinese e etiope sospendono i Boeing 737 Max

by Ludovica Colli
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Addis Abeba, 11 mar – La Cina e l’Etiopia hanno deciso di mettere a terra tutti i velivoli Boeing 737 Max dopo il disastro aereo di Addis Abeba  in cui hanno perso la vita tutte le 157 persone a bordo, tra cui otto italiani.

Quello di ieri è il secondo incidente per il Boeing 737 Max 8, a cinque mesi da quello della Lion Air verificatosi in Indonesia, in cui persero la vita 189 persone.

Authority cinese ed etiope vietano voli con Boeing 737 Max

L’ente per l’aviazione civile cinese ha bloccato l’utilizzo dei Boeing 737 Max. Una decisione che per il momento è temporanea, per nove ore, a partire dalle 9 del mattino di Pechino (erano le 2 di stanotte in Italia), in attesa di chiarimenti e di un consulto con l’aviazione federale Usa e con la stessa Boeing.

A stretto giro rispetto alla decisione cinese, la stessa decisione è stata presa dalla compagnia Ethiopian e dall’autorità etiope. “Anche se non conosciamo ancora le cause dell’incidente, abbiamo deciso di mettere a terra quel particolare modello come precauzione di sicurezza“. Sono quattro i velivoli di quel modello ancora in possesso dell’Ethiopian, oltre a quello che si è schiantato ieri.

Sull’incidente sono in corso indagini ma risposte definitive arriveranno solo dall’analisi delle scatole nere del velicolo.

Gl otto italiani a bordo

Tra le vittime sono otto gli italiani che erano a bordo. Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, e assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia. Tusa – che è stato anche Sovrintendente del Mare della Regione – era diretto in Kenya, per un progetto dell’Unesco. Nel 2018 era stato chiamato a ricoprire l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali, al posto del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Paolo Dieci, presidente della Ong Link 2007. Appartenevano alla onlus Africa Tremila, invece, associazione di Bergamo, Matteo Ravasio, commercialista e tesoriere della città lombarda, Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani che risiedono ad Arezzo.

Da Roma provenivano altre due vittime, che lavoravano per il World Food Programme dell’Onu: la trentenne Maria Pilar Buzzetti, che si stava recando a Nairobi per la conferenza sul clima organizzato dalle Nazioni Unite e Virginia Chimenti, funzionaria consulente del Budget officer dell’organizzazione. Infine, sul volo viaggiava Rosemary Mumbi.

Il cordoglio di Conte

“Oggi è un giorno di dolore. Nell’aereo della Ethiopian Airlines – ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – vi erano anche nostri connazionali. Ci stringiamo tutti ai familiari delle vittime rivolgendo loro i nostri partecipi, commossi pensieri”.

L’aereo era nuovo e i piloti esperti

Secondo quanto riferito dal Ceo dell’Ethiopian Airlines, Tewolde Gebremariam, citato dal quotidiano keniano Daily Nation, l’ultimo controllo di manutenzione di routine sul velivolo era stato effettuato il 4 febbraio. Il capitano, Yared Getachew, aveva alle spalle più di 8.000 ore di volo, secondo quanto si legge in un tweet della compagnia aere etiope.

Il co-pilota Ahmed Nur Mohammod, aveva invece 200 ore di volo.

Il 6 novembre 2018 la Boeing aveva emesso un allarme su un software di controllo e con il quale si istruiva i piloti sulle procedure da adottare in caso di input errato da un sensore.

La Ethiopian Airlines, di proprietà statale, è fra le maggiori compagnie aeree dell’Africa con una decina di milioni di passeggeri all’anno e 80 destinazioni internazionali servite. Il suo ultimo incidente di rilievo risaliva al gennaio 2010 quando un aereo era precipitato nel Mediterraneo poco dopo il decollo da Beirut, uccidendo le 90 persone a bordo.

L’incidente più grave risale al novembre 1996 quando durante un dirottamento su un volo tra Addis Abeba e Nairobi i motori del velivolo si arrestarono perché si era esaurito il carburante e nell’atterraggio d’emergenza in mare il velivolo urtò la barriera corallina dell’Oceano Indiano. Morirono 123 delle 175 persone a bordo.

Nel settembre 1988 un Boeing 737 in decollo da Bahir Dar urtò uno stormo di volatili: un reattore finì subito fuori uso e il secondo si spense durante la fase di atterraggio d’emergenza: morirono 31 dei 105 passeggeri.

Ludovica Colli

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