Roma, 17 ago — Nel tentativo disperato di lasciare l’Afghanistan caduto in mano ai talebani si introduce nel carrello di un aereo in fase di decollo e lì vi trova la morte: l’atroce fine di un rifugiato va a ingrossare il numero degli afgani morti in modo terribile mentre cercavano di imbarcarsi a tutti i costi a bordo degli aerei americani in partenza da Kabul. Sono ancora negli occhi di tutti le immagini dei «falling men» che ieri precipitavano dall’aereo appena decollato dopo che questi vi si erano aggrappati in un folle, irrazionale tentativo di fuga.

La disperazione di chi fugge dall’Afghanistan

Stando a quanto riporta il Washington Post, ieri il corpo senza vita di un cittadino afgano è stato ritrovato nel vano ruote di un C17, un aereo cargo dell’Us Air Force. Alcuni istanti dopo il decollo da Kabul l’equipaggio aveva comunicato la necessità di compiere un atterraggio di emergenza perché impossibilitati a far rientrare nel ruote nel carrello. Una volta atterrati i piloti hanno fatto l’orribile scoperta.

«Ieri 8 feriti in condizioni gravi sono stati ricoverati nel nostro ospedale, altri 9 erano già morti all’arrivo. Di questi 4 provenivano dall’aeroporto, dove si sono registrate sparatorie». E’ la testimonianza di Alberto Zanin, medical coordinator del Centro per feriti di guerra di Emergency in Afghanistan. «Nelle ultime 24 ore abbiamo ricevuto 63 persone: 46 hanno ricevuto le prime cure in pronto soccorso e sono state trasferite in altri ospedali. Stiamo ammettendo solo pazienti in pericolo di vita. Al momento i posti letto occupati sono 99».

Un popolo in fuga

Un altro C17 con a bordo 640 rifugiati è decollato ieri dall’Afghanistan verso il Qatar. Le foto che circolano in queste ore mostrano l’interno del velivolo stipato di gente — in maggioranza giovani uomini — seduta sul pavimento, quasi senza potersi muovere. Secondo alcune fonti il C17 non avrebbe dovuto partire così carico, ma una parte dei passeggeri era riuscita ad introdursi nell’aereo entrando dal portellone posteriore semi aperto. «L’equipaggio ha deciso lo stesso di partire», nonostante il surplus di passeggeri. «Circa 640 civili afghani sono sbarcati dall’aereo quando è arrivato a destinazione».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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