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Angola, la raffineria ampliata grazie a Eni

by Giuseppe De Santis
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Roma, 17 lug – L’Angola è il secondo produttore di petrolio dell’Africa, ma spende una fortuna in valuta pregiata importando carburanti che potrebbero essere prodotti in loco. Il motivo di questo paradosso sta nel fatto che solo il 20% del petrolio estratto viene raffinato e quindi il restante 80% dei carburanti consumati viene importato. Il governo di Luanda ha ben compreso che questa situazione sta diventando insostenibile e per tale motivo ha deciso di ampliare la capacità dell’unica raffineria del Paese di quattro volte, con l’aiuto dell’Eni. I lavori sono finiti poche settimane fa e all’inaugurazione era presente anche il presidente dell’Angola, Joao Lourenco. “Il completamento di questo progetto è un’ulteriore dimostrazione della lunga e proficua partnership strategica tra Sonangol ed Eni. La Raffineria di Luanda può fare affidamento sull’impegno di Eni nel continuare a sostenere eventuali futuri interventi di espansione e ammodernamento”, ha commentato Guido Brusco, Direttore Generale Natural Resources di Eni.

Angola, la raffineria ampliata grazie a Eni

Questo nuovo impianto permetterà di produrre 1.580.000 litri di carburante al giorno, riducendo le importazioni del 15% e permettendo di risparmiare 300 milioni di dollari all’anno di valuta pregiata. Il presidente dell’Angola non ha nascosto il suo entusiasmo per l’espansione di questa raffineria, sottolineando l’importanza di produrre in loco tutti i carburanti che vengono consumati nel Paese, al fine di risparmiare valuta pregiata che può essere usata in maniera maggiormente produttiva.

Questa espansione però non è l’unica iniziativa presa dal governo di Luanda. In cantiere vi è infatti anche la costruzione di altre tre raffinerie, prevista per i prossimi anni. Va detto comunque che l’Angola non è l’unica nazione africana che sta costruendo raffinerie per ridurre l’importazione di carburanti. A titolo esemplificativo è senz’altro degna di nota la mega raffineria che Aliko Dangote sta completando in Nigeria per permettere al Paese affacciato sul golfo di Guinea di produrre tutti i carburanti che consuma. La raffineria in questione dovrebbe entrare in funzione nell’autunno del 2022, producendo 650mila barili al giorno di derivati del petrolio.

Giuseppe De Santis

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