Damasco, 10 mag – “Se non libererò la Siria dai terroristi entro due anni mi dimetterò. Ma sono sicuro al cento per cento che la Siria sarà liberata dal terrorismo“. Bashar al Assad parla del suo futuro e di quello della Siria, durante un incontro con alcune personalità libanesi. A riportare la notizia dell’ipotesi di “dimissioni” è il quotidiano libanese Addiyar. Quella lanciata dal presidente siriano sembra tuttavia più una provocazione che una reale possibilità, visto che nel corso dell’incontro ha parlato dei piani per la liberare le ultime zone tutt’ora sotto il controllo dei terroristi, citando Ghuta (sobborgo a est di Damasco), Deir el-Zor (città dell’est siriano), Idlib (città del nord ovest dove al centro delle polemiche per il fasullo attacco chimico) e Raqqa (la “capitale” dell’Isis nel nord est del paese).
Assad ha poi rigettato tutte le ipotesi di “balcanizzazione” e spartizione della Siria, sottolineando che il suo obiettivo è ripristinare l’integrità territoriale della Siria e il suo ruolo nel Medio Oriente. Ha ringraziato nuovamente gli alleati, citando i russi e le milizie di Hezbollah, mentre ha condotto un nuovo attacco contro la Turchia di Erdogan, il Qatar, l’Arabia Saudita e la Giordania, spiegando come i loro piani per distruggere la Siria siano falliti.
Assad ha poi parlato delle grandi riserve di valuta estera in possesso della Siria che sono ancora intatte e delle risorse di gas naturale della costa, da sfruttare grazie agli accordi siglati con il colosso russo Gazprom. Tutte frecce nell’arco del presidente siriano da utilizzare quando il paese sarà completamente liberato e inizierà la ricostruzione, risorse che saranno impiegate anche per permettere ai rifugiati interni di rientrare nelle loro città.
Davide Romano