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Dall’Atlantico all’Oceano Indiano: una nuova linea ferroviaria tra Angola e Tanzania

by Giuseppe De Santis
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angola tanzania

Roma, 2 feb – La scorsa estate la Banca Mondiale ha stabilito che la Tanzania è diventata una nazione a medio reddito. Questo risultato è stato reso possibile, fra le altre cose, anche grazie agli investimenti fatti in agricoltura e nelle infrastrutture.

Agricoltura e infrastrutture

Il governo di Dodoma ha incentivato interventi nel settore agricolo, in modo da poter aggiungere valore ai prodotti agricoli. Uno dei risultati è stato che adesso la Tanzania è un importante produttore di avocado e, a breve, potrebbe anche diventare il più grande produttore di riso dell’Africa.

Quanto alle infrastrutture, l’esecutivo sta cercando di valorizzare la sua posizione geografica. Così da permettere a nazioni senza accesso al mare di esportare le loro ricchezze minerarie. In questo contesto vanno visti il progetto di costruzione di un oleodotto che dall’Uganda trasporterà petrolio fino all’oceano indiano e la costruzione di una linea ferroviaria che collegherà il Burundi con i suoi porti.

Una nuova linea ferroviaria per collegare Angola e Tanzania

Questi progetti, per quanto importanti, non sono però gli unici. Altri sono in cantiere e, tra essi, spicca il piano di realizzare una linea ferroviaria per collegare Tanzania e Angola. Fortemente voluta dal governo di quest’ultimo Paese, la strada ferrata transiterà per lo Zambia permettendo di collegare due oceani.
La linea – lunga 1860 km – si snoderà tra la città angolana di Lobito e il confine dello Zambia, per poi continuare fino alla località di Kapiri Mposhi. Qui verrà collegata a una linea ferroviaria già esistente verso, per l’appunto, la Tanzania.
Al momento gli scambi tra Angola e Tanzania sono quasi inesistenti, dato che per la maggiore avvengono su gomma. Una circostanza problematica visto che, oltre ad essere una modalità costosa e da tempi di percorrenza assai lunghi, durante la stagione delle pioggie gli autoarticolati hanno molte difficoltà a viaggiare.
Giuseppe De Santis

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