Roma, 29 ago – Charles Barkley è uno dei giocatori di pallacanestro più forti della storia, uno dei membri, per capirci, del primo e inimitabile Dream Team che vinse sul velluto l’oro olimpico a Barcellona, nel 1992. È anche, come spesso capita ai big del basket professionistico americano, un nero. Eppure le sue dichiarazioni sulla polemica circa le statue degli eroi confederati da abbattere hanno suscitato clamore. “Non voglio perdere tempo a preoccuparmi di queste statue confederate”, ha detto in un’intervista. “Questo è sprecato energia. Sai cosa devo fare? Continuerò a fare grandi cose. Continuerò a cercare di fare la differenza, a essere il numero uno nella comunità nera – perché sono nero – ma cercherò anche di fare cose buone nel mondo. Non sprecherò il mio tempo urlando contro un neonazista che mi odia, non importa, e non sprecherò il mio tempo a preoccuparmi per queste statue che stanno in tutto il paese”.
Al giornalista che gli chiedeva se allora occorre ignorare quelle statue, Barkley ha replicato: “Io le ho sempre ignorate! Ho 54 anni e non ho mai pensato a quelle statue un solo giorno della mia vita. Penso che se chiedeste alla maggior parte delle persone nere di essere oneste, vi risponderanno che non hanno pensato un solo giorno nella loro vita a quelle stupide statue. Quello che noi persone nere dobbiamo fare è preoccuparci di ottenere la nostra istruzione, dobbiamo smettere di ucciderci, dobbiamo cercare di trovare un modo per avere più opportunità economiche e cose del genere. Queste cose sono importanti e significative. Sai, sto perdendo tempo e energia se sto urlando ad un neonazista, o dicendo a qualcuno di prendersela con delle statue”.
In effetti, un recente sondaggio ha dimostrato che il 62% degli americani pensa che quelle statue dovrebbero restare, mentre solo il 27% vorrebbe rimuoverle. Tuttavia, come riporta Maria Giovanna Maglie su Dagospia, una rivista di tendenza tra gli afroamericani, The Root, ha bollato Barkley come suprematista bianco. Nella rubrica “stupid negroes”, la rivista ci va giù dura: “Perché non chiude quel cazzo di bocca Charles Barkley? C’è per caso qualcuno che non ha capito che le dichiarazioni di Barkley sulla razza altro non sono che la prova della sua volontà di gettarci sotto un autobus perché stupidamente non vogliamo essere assimilati alla bianchitudine” Barkley, continua The Root, “sta con gli oppressori dell’America nera, rigurgita soluzioni da bianchi ai problemi dei neri. Sapete perché Barkley crede tanto nell’infallibilità e nella superiorità della Bianchitudine? Perché Barkley è un suprematista bianco”. E con questo è tutto.
Roberto Derta
2 comments
domandina-provocazione.
in base al concetto dello Ius Soli (“se nasci diventi”) come mai i figli dei coloni europei emigrati in America -così come gli stessi afro-americani- nascendo in quelle terre non sono diventati INDIANI o per dirla meglio Nativi Americani ?
Grande Barkley! Mi è sempre piaciuto e non si è smentito.
Insisterei sul commento di Fabio dicendo che se si usa il termine generico “di colore” poi si dovrebbe specificare anche quale colore visto che ce ne sono almeno una decina. Sicché torneremmo a definirlo “nero” se non “negro”. Giri di parole!